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Il futuro in Polizia di Massimo Poliseno, il figlio della sindaca di Cardano morta dopo esser stata colpita in municipio

Lo scorso 2 luglio la Repubblica Italiana ha conferito la Medaglia d'Oro al Valor Civile alla sindaca uccisa nell'esercizio delle sue funzioni. Il giorno dopo suo figlio ha preso servizio come commissario della Polizia di Stato

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«Diventare commissario di polizia mi è parso un modo di continuare il suo lavoro», dice Massimo Poliseno, parlando di sé e di sua madre, Laura Prati, sindaca di Cardano al Campo morta nel 2013 dopo esser stata colpita in municipio, per un’assurda vendetta di un dipendente comunale.

Massimo Poliseno era un ragazzo, faceva giurisprudenza all’università. In quel luglio tremendo era al fianco della sorella, ancora bambina, e a suo padre Pino.
Sono cresciuti negli anni, sempre in quella Cardano – cittadina di provincia, accanto all’aeroporto di Malpensa – di cui Laura Prati era sindaca: Massimo Poliseno ha seguito la vicenda giudizaria dell’uomo che sparò a sua madre (Giuseppe Pegoraro, ex vigile, condannato all’ergastolo dopo un lungo iter, con due passaggi in Appello per la ridefinizione della pena).

È anche consigliere comunale, dal 2019 siede nelle file dell’opposizione, per una lista di sinistra che si richiamava all’esperienza di sua madre.

C’è però un altro percorso intrapreso, che oggi si può raccontare: dopo la laurea ha deciso di intraprendere la carriera nella Polizia di Stato, ruolo commissari. Lo racconta oggi, con una intervista, un articolo del Corriere a firma di Claudio Del Frate, che riparte dai giorni dell’agguato in municipio, del ricovero in ospedale e del progressivo aggravarsi, dal libro che la famiglia leggeva a Laura nel momento dell’ultimo saluto.
Esiste un legame tra quei giorni del 2013 e l’ingresso in Polizia oggi?

«Non in modo diretto. Il 3 luglio ho preso servizio alla questura di Como, non mi è ancora stato assegnato un incarico preciso. Arruolarmi in polizia è stata una decisione maturata negli anni; quando mamma morì non ci avevo ancora pensato. Però una cosa è certa: lei mi ha trasmesso due valori fondamentali, il rispetto della legalità e l’impegno per fare qualcosa di utile agli altri. Ecco, diventare commissario di polizia mi è parso un modo di continuare il suo lavoro. Un po’ come leggere fino alla fine quel libro interrotto…».

Lo scorso 2 luglio, anniversario dell’agguato in municipio, Massimo Poliseno è intervenuto per ricordare sua madre nel giorno in cui veniva conferita la Medaglia d’Oro al Valor Civile: «Lo Stato riconosce mia madre come un esempio, tutta la sua vita è stata per me un esempio».

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 06 Luglio 2023
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