La sostenibilità nel mondo dell’aviazione? “Non si fa riducendo la domanda di voli”
Incentivi e politiche premianti sono la via per ridurre l'impatto ambientale dell'aviazione civile, dice Armando Brunini, ceo di Sea Aeroporti di Milano. "Sbagliato tagliare le rotte brevi come in Francia. Non serve il bastone, serve la carota"
«Il rischio» è che per fare passi avanti nella sostenibilità ambientale, «si riduca la domanda». È la preoccupazione di Armando Brunini, ceo di Sea, il gestore degli aeroporto di Milano. E fa riferimento alle dinamiche del mondo dell’aviazione civile, dove allo sforzo per ridurre le emissioni si accompagnano anche politiche di disincentivo sui voli, un tema di cui si è discusso soprattutto negli ultimi due anni.
«Sea ha cominciato nel 2009 a lavorare per ridurre le proprie emissioni» ha detto Brunini nel corso della tavola rotonda sulla sostenibilità organizzata da Dhl alla sua sede di Malpensa. «Ma non basta: le emissioni dell’aeroporto sono del 5-7%, questo ci ha fatto capire che serve fare un lavoro con tutta la filiera». Obiettivo: «Arrivare al net zero entro il 2030, un obiettivo non così difficile, come aeroporti. Mentre l’obiettivo per l’intera industria è arrivarci nel 2050».
Dentro gli aeroporti si investe sull’efficienza dei terminal, sulle navette interne, sulla flotta di mezzi di servizio. Ma l’investimento all’esterno è altra cosa: si parla di intervenire sulle emissioni degli aerei (la quota più impattante) ma anche sulle modalità di accesso di viaggiatori e merci verso l’aeroporto.
La scelta dei biocarburanti riguarda prevalentemente le compagnie, anche se il gestore può attuare politiche premianti: «L’uso dei Saf può valere un terzo, noi investiamo risorse – poche, ma ci sono – per raggiungere obiettivi prima ancora che vengano introdotti obblighi europei».
Politiche di riduzione dell’impatto ambientale, dirette o tramite incentivi, che Brunini contrappone invece al rischio di politiche punitive verso il settore, che alcuni Stati (o singoli aeroporti) stanno attuando. «Il taglio delle rotte brevi, come fatto in Francia e a Schiphol, è una via sbagliata. Non serve usare il bastone, serve invece la carota, come si sta facendo in USA e anche in Francia» appunto con gli incentivi.
«Non facciamo l’errore del Pnrr» ha concluso Brunini: il riferimento è alle scelte fatte dalla UE quando ha escluso l’intero comparto dell’aviazione civile dai fondi di ripresa europei Next Generation EU, se non per opere di accesso con trasporto pubblico.
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