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Legambiente: “Rinunciare all’ospedale unico salverebbe il poco verde rimasto tra Busto e Gallarate”

Il circolo gallaratese di Legambiente sottolinea l'aspetto ambientale nel dibattito sul nuovo polo sanitario previsto per il 2028, previsto nella zona di Beata Giuliana, nell'area verde che divide le due città

gallarate generico

Rinunciando all’ospedale unico Gallarate-Busto, «si salverebbe il  verde che rimane tra i due comuni» della grande conurbazione del Sempione: è un argomento di tipo ambientale quello che mette in evidenza Legambiente Gallarate, in una lettera inviata al sindaco della città, Andrea Cassani.

Il tema dell’ospedale unico e del destino dell’ospedale di Gallarate è quantomai discusso di questi tempi, per diverse ragioni: da un lato la mobilitazione con la raccolta firme in difesa dell’ospedale Sant’Antonio Abate (lanciata da Obiettivo Comune Gallarate e a cui si sono associate man mano diverse realtà), dall’altro la ripresa del percorso dal punto di vista autorizzativo, per il rinnovo dell’Accordo di programma (annunciato ufficialmente lunedì da Regione e Comuni).

L’area prescelta per il nuovo ospedale si trova a Beata Giuliana, in territorio bustocco, ed è l’unica area verde che ancora oggi divide le due città: la costruzione del nuovo polo sanitario – attivazione prevista per il 2028 – avverrebbe su un’area a forma di C sui terreni liberi intorno al polo scolastico esistente.

Qui di seguito il testo completo della lettera inviata dal circolo Legambiente “Ercole Ferrario” al sindaco Cassani, in cui si ipotizza anche un’espansione del Sant’Antonio Abate in città, sfruttando aree dismesse vicine:

Rivolgendoci a Lei quale primo cittadino di Gallarate e responsabile della salute dei residenti, desideriamo segnalarle una volta di più, rispetto a quanto ha già fatto la popolazione, e senza alcun intendimento polemico da parte nostra, la necessità di potenziare e mantenere attivo nel tempo l’ospedale S. Antonio Abate. Se non a Lei, a chi?

Gallarate ha perso il prestigio di un tempo: le inchieste giudiziarie, la perdita di potere commerciale, le risse giovanili, ecc. ed ora anche il depauperamento dell’ospedale cittadino: questa importante risorsa territoriale che risponde ai bisogni sanitari di un’area molto vasta ed è altamente rappresentativo per la città. Non crediamo che Lei voglia essere ricordato in futuro come il sindaco che ha amministrato Gallarate in un periodo tanto regressivo. 

Come noto dalle Osservazioni alla VAS presentate dal nostro Circolo, la nostra contrarietà all’ospedale di Beata Giuliana si poggia su questioni ambientali. Se rimanesse pienamente attivo e modernizzato l’ospedale di Gallarate, eviteremmo la conurbazione tra Busto e Gallarate. Si salverebbe così il  verde che rimane tra i due comuni e che consente una produzione di ossigeno indispensabile nella grande conurbazione in cui ci troviamo.

Noi chiediamo di non chiudere il S. Antonio Abate e di migliorarlo e potenziarlo con nuovi e più moderni reparti, sia nell’attuale sedime, sia appena al di là dello stesso. Nella zona adiacente esistono infatti ampie aree dismesse, in stato di abbandono, già oggi in attesa di nuova edificazione. Sono aree capienti che consentono la messa a dimora di alberi a beneficio della salute e fanno di un ospedale l’ambiente ideale al recupero di tutte le potenzialità della persona malata. Per trasformare queste zone abbandonate in luogo di cura sarebbe sufficiente una Variante del PGT di Gallarate.

Regione Lombardia deve però individuare già da ora le specializzazioni sanitarie da attivare. Fino ad oggi si è limitata  ad  affermazioni  troppo  generiche  circa  la  necessità  di  modernizzare  i  reparti.   Affermare  che l’ospedale unico accrescerà l’offerta di servizi sanitari alla popolazione è quanto mai ridicolo e non significa affatto compiere scelte per il bene della popolazione. Chiediamo che siano rivalutati i due già esistenti: 1 + 1 = 2 questa è matematica, non una congettura senza giustificazione.

L’ospedale di Gallarate e i futuri nuovi reparti destinati alle specializzazioni in aree dismesse adiacenti l’ospedale sono pienamente raggiungibili con mezzi pubblici. La stazione di Gallarate consente l’accesso in treno da ben 4 linee, mentre l’arrivo in autobus è assicurato da ogni comune del circondario. Gallarate è un “polo” di notevole interesse per tutto il territorio, raggiungibile con mezzi pubblici: questa potenzialità va stimolata. Si andrebbe così nell’auspicata direzione di utilizzare il più possibile la mobilità pubblica. Al contrario l’ospedale unico va nella malaugurata direzione di accrescere il traffico automobilistico e di provocare maggiore inquinamento atmosferico a danno della salute.  Mantenere vivo e attivo l’ospedale S. Antonio Abate significa contenere il numero dei mezzi privati sulla 336, sul Sempione e sulle altre linee d’accesso alla città. Già oggi si registrano flussi di traffico eccezionale, di ogni tipo, specie nelle ore di punta, tanto che ormai tutti si chiedono come potrà essere raggiunto l’ospedale unico in condizioni di emergenza. 

Posto che la firma di oggi, 24 luglio 2023, ha solo carattere velleitario, essendo incompiuta la VAS e tralasciati altri aspetti amministrativi necessari alla realizzazione dell’opera, auspichiamo un Suo ripensamento per il bene prioritario della città.

Rimanendo in attesa di un suo intervento, La ringraziamo per l’attenzione. 

Gallarate, 24 luglio 2023

                                                                                   Il Presidente del Circolo locale di Legambiente

                                                                                                         Francesco Toreggiani

Pubblicato il 26 Luglio 2023
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