“Ecco come allevo le farfalle macaone”
Ilaria Rossi ha pubblicato sul gruppo "Oggi nel Varesotto" le fotografie delle farfalle nate nel suo giardino di Sumirago. Ecco i suoi "segreti"
E’ stata protagonista di una galleria fotografica molto apprezzata dai lettori lo scorso sabato: Ilaria Rossi ha infatti pubblicato sul gruppo facebook di Varesenews “Oggi nel Varesotto” una serie di foto di farfalle “allevate da lei” scatenando la curiosità – e anche la condivisione – dei partecipanti al gruppo.
C’è qualcuno che ci ha provato, chi ha messo in giardino fiori che “stimolavano” le farfalle, chi avrebbe voluto fare come lei ma non sapeva come. Abbiamo quindi raccolto direttamente la testimonianza di Ilaria, così da farla diventare patrimonio di tutti.
«Questa è la terza estate che sto dedicando all’allevamento dei macaoni – ha spiegato innanzitutto Ilaria, che abita a Sumirago – In realtà fanno tutto loro e mio padre, che pianta in giardino le piante giuste, come i finocchi e la ruta. Io mi limito a raccogliere i bruchi dalle piante, a metterli nelle loro casettine: scatole del gelato col il coperchio tagliato e sostituito da un pezzo di zanzariera, per permettere alla luce e all’aria fresca di passare. Ogni giorno, dopo il lavoro (ironia della sorte sono responsabile ambiente in una grossa azienda), mi occupo di pulire le loro casette e sfamare i miei bruchi, dando loro nuove foglie di finocchio e di ruta. Ho scoperto che sono ghiotti anche di prezzemolo».
Ilaria ha anche spiegato passo per passo le varie fasi “dell’allevamento”: «Io raccolgo i bruchi quando sono attaccati ai gambi dei fiori: ci vuole una bella vista ma ho l’occhio ben allenato ormai».
I macaoni come li trova Ilaria«Potrebbero vivere e crescere tranquillamente sui finocchi, ma rischierebbero di diventare cibo per gli altri animali. Per esempio ora i miei finocchi (che sono ormai andati in canna perché li ho fatti piantare solo con lo scopo di allevare i Macaoni) sono pieni di larve di coccinella e di altri coleotteri: se ci sono queste, non ci sono bruchi quindi penso che siano specie non molto compatibili… I miei bruchi sicuramente hanno più possibilità di sopravvivenza dentro le loro casine, dove il cibo non manca mai. Poi scelgono un posticino nella casetta (di solito è la zanzariera che fa da coperchio) e lì si trasformano in crisalide. All’inizio vedi il bruco che si “rattrappisce” e il giorno dopo trovi la pelle del bruco accartocciata e secca e una crisalide verde o marrone saldamente ancorata».
«Le crisalidi rimangono così per almeno due settimane, senza mangiare, ma ogni tanto le vedi che si agitano perché al loro interno c’è vita! Poco prima di schiudersi, la crisalide diventa quasi trasparente e riesci a intravedere bene i colori delle ali: quando ciò accade significa che il giorno dopo nascerà la farfalla e infatti la mattina seguente trovi nella casetta un bellissimo macaone».
«Nelle prime ore di vita, le sue ali sono deboli e mollicce e non sono adatte ancora al volo. Io aspetto qualche ora per liberarle ed è sempre un’emozione vederle spiccare il loro primo volo verso una nuova vita. Alcune non volano subito e si lasciano fotografare bene in tutta la loro bellezza – conclude Ilaria – Da quando ho iniziato (giugno 2021) ad oggi ho perso il conto di quante farfalle ho liberato, credo su per giù una quarantina… oggi ne è nata un’altra e ho ancora tanti bruchi da fare crescere e molte crisalidi “dormienti”».
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