Il Lago Maggiore è troppo basso, canali e navigli vengono ridotti al minimo necessario
Il livello del bacino è a -32 centimetri e continua ad abbassarsi. Per questo è stato deciso di limitare ancora di più la portata del Naviglio Grande e del canale Villoresi
La drastica riduzione del livello del Lago Maggiore obbliga a “tagliare” ancora le derivazioni di acqua per uso agricolo: nella mattina di venerdì 11 agosto è stata infatti decisa «una drastica diminuzione delle portate erogate dal bacino lacuale», spiega in una nota il Consorzio Et Villoresi (foto Marzia Malesani, 10 agosto).
Dal Lago Maggiore l’acqua esce verso il Ticino attraverso la diga della Miorina e quella di Porto Della Torre: la gestione è del Consorzio del Ticino, che riunisce poi altri enti responsabili dei consorzi idrici. Attraverso i due sbarramenti viene erogata prima di tutto la quantità del “minimo vitale”, per assicurare la vita della fauna ittica nel fiume Ticino. Un’altra quota viene invece derivata per i canali piemontesi e, dal lato lombardo, per Naviglio Grande e Villoresi, la cui presa avviene al bacino di Panperduto, in territorio di Somma Lombardo.
Ed è proprio su queste prese d’acqua che si interviene ora: essendo il livello del Lago Maggiore sceso a -37 cm, il Consorzio del Ticino, nel Comitato di regolazione tenutosi il 10 agosto pomeriggio, ha disposto per la mattina la riduzione di 39 metri cubi al secondo.
Attualmente dal lago escono 64 metri cubi al secondo. Al bacino di Panperdurto vengono derivati dal fiume – per i canali del consorzi EtVilloresi – è ora complessivamente pari a 21 mc/s: il Naviglio Grande (che irriga Magentino, Abbiatense e indirettamente Bassa Milanese e Pavese) è stato ridotto da 18.5 mc/s a 13 mc/s e il Canale Villoresi (che irriga la Brianza e la zona verso l’Adda) da 42 mc/s a 8 mc/s.
il bacino di PanperdutoL’intervento consente di ridurre l’abbassamento del Lago Maggiore, ma non certo di fermarlo del tutto: attualmente – primo pomeriggio di venerdì – escono dal lago 64 mc/s, ma nel bacino entrano solo 54,8 mc/s.
Il problema è dovuto principalmente dalla mancanza di riserve nevose sui monti, la neve che d’estate alimenta ruscelli, torrenti e poi fiumi che affluiscono al lago: l’inverno è stato particolarmente avaro di precipitazioni in quota e così dalle montagne la portata d’acqua è ridotta.
Nei giorni scorsi Legambiente aveva chiesto anche una nuova regìa complessiva, chiedendo il rilascio di acqua dagli invasi idroelettrici in quota. Ma le riserve nei laghi dell’Ossola costituiscono anche una riserva di energia. Un insieme di esigenze diverse da contemperare. E con la siccità diventa più problematico trovare un equilibrio.
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