In val Formazza il “piatto delle donazioni” per mantenere il sentiero più giovane di tutti
Alle "Bianche Guglie del Lebendun" è comparso un piattino per raccogliere monetine. Un piccolo gesto, anonimo, che dice l'attenzione degli escursionisti e la gratitudine per chi ha aperto questo itinerario nel 2021
Chi mantiene i sentieri di montagna? Può sembrare banale, ma tra cartelli e segnavia tracciati con la vernice è un impegno che è di solito in carico alle sezioni Cai, anche se il sentiero resta un bene pubblico (come una strada).
A volte però c’è chi è consapevole dell’impegno che serve: così sul sentiero delle “Bianche Guglie del Lebendun” c’è un piattino che serve a raccogliere donazioni per il mantenimento del percorso d’alta quota in val Formazza.
«É apparso dal nulla lo scorso anno e raccoglie le offerte spontanee dei molti escursionisti che raggiungono le Bianche Guglie» spiega una sintetica nota del Cai di Somma Lombardo, la sezione che – insieme a quella di Domodossola – ha aperto nel 2021 questo nuovo itinerario tracciato, che collega rifugi Città di Somma e Margaroli, rispettivamente nel vallone del lago dei Sabbioni e in quello del Vannino.
Segnaletica sull’itinerario, foto Cai di SommaUn itinerario lungo, in quota e di grande fascino, in particolare per le anomale, bianche rocce calcaree che – con un tocco di poesia – sono state ribattezzate Bianche Guglie e hanno dato il nome al percorso, corrispondente al Sentiero G37, regolarmente tracciato e inserito al catasto sentieri grazie all’impegno congiunto – appunto – delle due sezioni Cai (è stato inaugurato nell’estate 2021).
Uno sforzo evidentemente apprezzato da chi ha avuto l’idea del “piattino delle donazioni”, quasi fosse una offerta alla passione civile dell’andare per monti. E il piattino – stante la presenza di qualche monetina a segnalare la sua funzione – ha svolto il suo umile ruolo: adagio adagio si sono accumulate monetine, per un valore di 14,70 euro. «La somma, che ai più può sembrare insignificante, servirà all’acquisto delle vernici per il costante mantenimento delle segnalazioni sul percorso», scrive ancora la sezione Cai di Somma, che gestisce con volontari il rifugio ai Sabbioni.
E visto che l’itinerario è in quota (è sempre opportuno confrontarsi con i rifugisti), non c’è periodo migliore di questo – il cuore dell’estate – per provarlo, associandoci una notte al Margaroli o al Città di Somma.
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