Dalla Palude Brabbia al Parco Pineta: ornitologi da tutta Italia in visita alle “oasi verdi” del Varesotto
L'assemblea ha votato all'unanimità in chiusura de convegno tre risoluzioni. Il prossimo convegno nazionale si terrà a Lecce nel 2025
Dal Campo dei fiori al Parco Pineta fino alla Palude Brabbia, le tappe “all’aperto” del Convegno italiano di ornitologia ospitato dall’Università dell’Insubria di Varese, hanno toccato alcuni dei luoghi naturalistici più importanti della provincia e veri e propri piccoli paradisi per l’avifauna locale . Delle uscite guidate sul territorio che sono andate a integrare le giornate di studio e confronto sulle tematiche scientifiche dedicate alla vita degli uccelli e alla loro tutela e conservazione. Alcuni momenti di divulgazione e confronto hanno riguardato specificamente anche il Varesotto, come la tavola rotonda sulla gestione del lago di Varese, che concentra molti interessi (natura, balneazione, caccia, sport, turismo ecc) in uno spazio piccolo, in collaborazione con Alfa srl per impostare in futuro dialogo con le parti per pianificare al meglio la fruizione.
Il GIO (Gruppo Insubrico di Ornitologia) ha illustrato alcuni contributi scritti legati al territorio. In particolare la mappatura delle strutture passeraie come quella della torre di Jerago, i dati preliminari sullo studio degli uccelli svernanti e lo studio degli uccelli degli ambienti agricoli in collaborazione con associazioni delle province di Como, Lecco e Monza che rileva un aumento delle specie forestali (causato dall’imboschimento delle aree marginali) e decremento delle specie di ambienti aperti per via di abbandono delle pratiche agricole tradizionali, ingrandimento delle porzioni coltivate, scomparsa di siepi/filari e altri elementi di eterogeneità del territorio…
Altre sessioni importanti si sono concentrate sugli esemplari delle aree agricole, che sono quelli che soffrono di più un calo demografico per via di intensificazione delle pratiche colturali e dell’abbandono delle pratiche tradizionali, l’uso di pesticidi e perdita di ambienti collaterali (filari, siepi, boschetti, piccole zone umide). Altre sessioni hanno riguardato l’uso delle analisi genetiche per lo studio evolutivo degli uccelli e dei loro parassiti: le tecniche negli ultimi 15-20 anni hanno permesso a costi bassissimi di avere informazioni utili sulla determinazione di specie e sottospecie ad esempio.
L’assemblea ha votato all’unanimità in chiusura de convegno tre risoluzioni: una a favore della tutela del lanario (uno tra i rapaci più minacciati d’Italia), una contro la decisione del comune di Alghero di “mettere in sicurezza la parete calcarea di punta del giglio” che deturperebbe la prateria di posidonia e le pareti rocciose senza lo svolgimento di valutazione di incidenza degli interventi. Si chiede si applicare la legge facendo VAS e VIA (c’è anche una petizione online), l’ultima con espressione di preoccupazione della fruizione in stile “luna park” degli ambienti alpini. Si chiede pertanto di fermare la cementificazione dei sistemi alpini e appenninici, inserendo in pianificazione valutazioni scientifiche.
Il convegno nazionale di ricercatori e appassionati di avifauna è stato realizzato grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Scienze teoriche e applicate dell’Insubria, diretto dal professor Mauro Ferrari, e il Gruppo insubrico di ornitologia (Gio), l’associazione che promuove l’indagine ornitologica nei territori varesini, fondata nel 1999 e guidata dal presidente Milo Manica. La prossima riunione nazionale si terrà a Lecce nel 2025.
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