L’espansione di Malpensa, i limiti europei e il decreto di Salvini
Il comunicato della Rete Comitati Malpensa, sulla valutazione ambientale sul Masterplan Malpensa e sull'annuncio di un decreto governativo per superare l'ostacolo
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Rete Comitati Malpensa, sulla valutazione ambientale sul Masterplan Malpensa e sull’annuncio di un decreto governativo per superare il pronunciamento del Ministero dell’Ambiente, considerato ostavolo all’espansione merci dello scalo
Il Masterplan 2035 di Malpensa è stato approvato da una Commissione VIA che ha espresso in generale un parere tecnico/giuridico positivo con prescrizioni, ma negativo rispetto all’espansione della Cargo City su terreni esterni al sedime aeroportuale.
Questo provvedimento non è stato impugnato da SEA o da altri enti che potessero avervi interesse ed all’inizio di settembre è divenuto “definitivo“.
È stata seguita, da parte di un gruppo di tecnici, una procedura perfettamente definita dalla normativa vigente, rispettosa della legalità, dei diritti del proponente e di quelli della “Nazione”.
È incredibile che oggi, alcuni politici della Lega, invece di trovare soluzioni idonee allo scenario derivante dal diniego ministeriale,cerchino di aggirare tale parere negativo, non si sa bene se con un decreto o un emendamento, proponendo la cementificazione di 44 ettari di brughiera, terreno prezioso allo stato naturale.
Vogliamo anche ricordare l’Art. 41 della Costituzione che recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”.
Non dovrebbe essercene bisogno, visto che il parere della Commissione si basa chiaramente anche su questo assunto.
La disciplina che regola la procedura di Via, contenuta nel Codice dell’Ambiente, deriva dal recepimento in Italia di direttive europee che, in base ai trattati dell’Unione Europea che il nostro paese ha sottoscritto, non possono essere in alcun modo derogate e che rappresentano una fonte normativa di rango superiore alla stessa Costituzione Italiana.
Se il Governo o il Parlamento dovessero approvare una legge in violazione della Costituzione e dei Trattati UE violerebbero un principio basilare in ogni stato di diritto.
Invece di proporre strade non percorribili, si preoccupino, i politici, gli imprenditori, i gestori delle concessioni pubbliche, di conoscere i dati e le proposte avanzate, che hanno finora ignorato, presentate da associazioni, comitati, comuni di seconda fascia e dall’Ente Parco del Ticino, in diversi convegni sull’importanza e sul pregio naturalistico e ambientale della brughiera minacciata dalla cementificazione dell’espansione della cargo o vari studi scientifici di esperti universitari dei settori ambientali e dei trasporti.
Ora un percorso si è concluso: cerchiamo tutti di adoperarci affinché quanto approvato dalla Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, sia condiviso e rispettato con il corretto impatto ambientale.
Noi resteremo a vigilare questi percorsi per la tutela del territorio e della legalità.
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