Ritorno alle radici: in visita al campo lungo il Ticino da cui si partiva per Israele
La villa La Fagiana ospitò dal 1945 al '48 un campo per gli ebrei europei sopravvissuti alla Shoah in vista della Aliyah Bet, il trasferimento clandestino In Israele. Un luogo riscoperto che oggi accoglie visitatori: il prossimo gruppo arriverà domenica
Oggi sono solo campi e un bosco lungo il Ticino, dove il silenzio è rotto di tanto in tanto dai treni in transito sulla ferrovia Milano-Torino.
Ma la villa “La Fagiana”, nel territorio di Boffalora sopra Ticino, conserva ancora la memoria di uno snodo che sta alle origini dello Stato di Israele: la Aliyah Bet, l’emigrazione dei sopravvissuti della Shoah verso Eretz Yisrael.
Qui infatti c’era il Campo A “di Magenta”, campo di preparazione all’emigrazione, attivo dal 1945 al ’48.
Da un anno è diventato accessibile anche a chi cerca tracce dell’origine d’Israele: «Il primo gruppo è venuto in visita a giugno, tra loro c’erano anche gli eredi di persone passate dal campo» racconta Elisabetta Bozzi, che oggi è la principale custode di questa storia riscoperta solo da pochi anni, mettendo insieme labili tracce, testimonianze orali, documenti.
Del campo nella zona del Magentino si parlava, ma solo in anni recenti si è avviato il vero lavoro di studio, ricostruzione e poi tutela e narrazione del luogo.
«La ricerca è stata avviata nel 2014 grazie all’allora sindaco di Magenta Marco Invernizzi, affidata ad un gruppo di lavoro che si è formato con il contributo di tanti» racconta ancora Bozzi, che è della sezione Anpi della cittadina ed è diventata, nel tempo, un po’ la principale referente del progetto e della valorizzazione del luogo.
Le ricerche sul Campo A di Boffalora-Magenta
«Quella del campo è una storia che è difficile ricostruire perché l‘operazione dell’Aliyah Bet era clandestina, per il luogo di destinazione, e semi-clandestina per in Italia. Sostenuta dal CLN locale (l’unione dei partiti antifascisti, ndr), ma che doveva rimanere segreta soprattutto rispetto agli inglesi, che si opponevano alla migrazione». La “Palestina mandataria” era nei fatti, allora, parte dell’impero britannico: di fronte alle tensioni tra la popolazione ebraica (anche di origine europea) e popolazione araba, il Regno Unito aveva limitato al minimo gli ingressi, già dal 1939.
Ecco perché l’emigrazione era contrastata dai britannici, bloccando le navi e cercando di intercettarle anche nei porti di origine, anche in Italia. Ecco perché l’attività era «semi-clandestina» a Magenta-Boffalora (nella foto storica: gli edifici, parte della villa, che esistono ancora oggi).
Il pannello che ricorda il Campo A dell’Aliyah Bet
La ricerca sul Campo A è culminata nella posa di un pannello illustrativo, avvenuta un anno fa, a settembre 2022, alla presenza di delegati da Israele, delle comunità ebraiche, dello stesso primo promotore Marco Invernizzi.
Il pannello – installato di fronte agli edifici sopravvissuti della tenuta – che racconta la storia di questo sito così particolare è inserito all’interno del Percorso della Memoria Diffusa, avviato da Anpi Provinciale Milano, associazione Raggruppamento Divisioni Patrioti Alfredo Di Dio – FIVL ed Ecoistituto della Valle del Ticino e che prevede diversi pannelli commemorativi sulla storia di Resistenza locale tra Castanese e Magentino. (Foto: 11 settembre 2022: inaugurazione del pannello con Orli Bach, ospite d’onore in quell’occasione, e il suo compagno, Meron Kovallo)
Un coro in visita da Israele, sulle tracce dell’ebraismo italiano e dell’Aliyah Bet
Dopo il primo gruppo a giugno, un secondo arriverà al Campo A di Boffalora (allora conosciuto come “di Magenta”) domenica 10 settembre.
«Ci sarà Orli Bach, nipote di Yehuda Harazi, dirigente del campo di Boffalora ma soprattutto il capo per l’intera Italia dell’operazione dell’Aliyah Bet», operazione durata dal 1945 al 1948, alla proclamazione d’Israele.
Il gruppo in visita questa volta è un coro musicale di 35 persone, che prima visiterà Selvino (sede del centro di transito di Sciesopoli) e il Memoriale della Shoah a Milano. «Domenica mattina saranno qui da noi, poi andranno a Casale Monferrato (importante centro ebraico con una splendida sinagoga) e in Liguria», a La Spezia, importante porto per l’Aliyah.
La visita, alle 10 di domenica mattina, è aperta a tutti.
L’appuntamento è alla villa della Fagiana, là dove c’è il pannello illustrativo: oggi la tenuta è tornata di proprietà privata ma gli stessi proprietari stanno cercando, nel tempo, di mantenerla come elemento di memoria. Ricordo delle enormi sofferenze della Shoah e anche di una solidarietà spontanea, umana che animò alcuni anche nella zona, negli anni dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e del massacro sistematico della popolazione ebraica in Europa.
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