Arriva il decreto “Aria” per sbloccare l’espansione del cargo di Malpensa
Prima approvazione per il Decreto che punta a rivedere e superare lo stop al progetto di ampliamento dell'aeroporto fuori dalle attuali reti dello scalo. Esulta la Lega: "Avanti alla Camera, traguardo entro novembre"
Annunciato già nell’estate, arriva il provvedimento con cui il governo vuole superare i vincoli sull’espansione del cargo a Malpensa, che lo stesso Ministero dell’Ambiente aveva stoppato nella primavera scorsa.
Il decreto Legge “Aria” è stato approvato per ora al Senato: contiene l’emendamento della Lega (già annunciato da Salvini) «che riconosce, finalmente, Malpensa come aeroporto di interesse nazionale e internazionale, consentendo di riavviare tutte le procedure che si erano incagliate per consentire l’ampliamento di cargo city» dicono il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo e il deputato lombardo Stefano Candiani.
«Uno sviluppo fondamentale per l’area e per il Paese, tenuto conto che già oggi il 60% delle merci cargo passano per l’hub aereo di Malpensa. Non possiamo che essere soddisfatti di questa conquista, ottenuta anche con il coinvolgimento delle altre forze politiche. Ora avanti tutta con l’iter di approvazione definitiva alla Camera, per giungere al traguardo entro novembre».
Candiani e RomeoLa questione riguarda l’espansione dell’area cargo a Sud dell’attuale scalo di Malpensa, con una estensione del sedime, vale a dire delle aree – per farla semplice – che sono chiuse dentro le reti aeroportuali.
Obiettivo: rivedere la decisione del Ministero dell’Ambiente
L’ampliamento cargo, inserito nel Masterplan 2035, prevedeva un consumo di suolo di 44 ettari, prevalentemente di brughiera, all’interno del Parco del Ticino. Il progetto nella primavera scorsa era stato valutato come insostenibile dalla Commissione Valutazione d’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, che aveva dato poi il via libera al Masterplan (che comprende più interventi) ma con il divieto di procedere con l’espansione fuori dall’attuale sedime, per non intaccare la brughiera.
Il testo del Decreto definisce un impegno degli enti “nel rispetto dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea” ad arrivare a “una nuova valutazione delle determinazioni già adottate, ponderandole alla luce del riconoscimento del carattere strategico e di preminente interesse nazionale”. Di fatto, appunto, consentirebbe di riprendere in mano la valutazione fatta dal Ministero dell’Ambiente. Si parla anche più genericamente di “impegno a ridurre l’impatto ambientale del trasporto su gomma”.
Il dibattito sull’area cargo di Malpensa
La Commissione VIA del Ministero aveva stoppato l’espansione, ma aveva comunque indicato una alternativa, che si basava sull’utilizzo di una serie di terreni già compresi in massima parte nel sedime e in buona parte già “erosi”, perché coperti da vecchi piazzali, aree di cava, depositi edili.
Le aree di ex piazzali e depositi valutati dal Ministero come alternativa per l’allargamento della cargo cityL’espansione dello scalo è considerata imprescindibile dalle forze economiche della provincia di Varese e da una parte della politica (guidata dalla Lega con Salvini), che considera l’ampliamento su nuovi terreni come unica soluzione valida anche dal punto tecnico. Tra le voci contrarie ci sono il Parco del Ticino, una parte dei Comuni del territorio (che stanno spingendo anche per nuove forme di protezione europea) e altre forze politiche, soprattutto ambientaliste.
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