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Fermato a Busto Arsizio il funerale in stile Casamonica per Zoran Jovanovic, re della truffa

La richiesta inoltrata dalla famiglia al Comune prevedeva una processione show con tanto di carrozza trainata da cavalli, banda musicale e droni nel cielo per commemorare il capo-famiglia scomparso a soli 51 anni

zoran jovanovic

Volevano per lui un funerale in grande stile, come quello del boss Vittorio Casamonica che prese di sorpresa l’intera città di Roma nel 2015. Droni in cielo, carrozza trainata da cavalli e banda musicale avrebbero dovuto accompagnare il boss della famiglia Jovanovic, il 51enne Zoran (detto Didi), più volte condannato per aver truffato gente in tutta Italia e anche all’estero con il trucco del rip deal.

Il Comune di Busto Arsizio ha detto no. Nessuna celebrazione vistosa per il re delle truffe che da anni viveva con parte della numerosa famiglia di origine rom, proprio a Busto Arsizio. L’allarme era scattato nei giorni scorsi quando al comando della Polizia Locale era arrivata la richiesta per mettere in piedi lo show famigliare al seguito del feretro ma in breve la vicenda è arrivata sul tavolo dell’assessore Mario Cislaghi e del sindaco Emanuele Antonelli che hanno mandato al mittente la richiesta.

Le esequie si terranno domani, venerdì, nella chiesa di San Rocco, si spera in tono minore. 

Le inchieste sul clan Jovanovic

L’ultima inchiesta che ha coinvolto il clan risale al 2017 quando il sostituto procuratore bustese Nadia Calcaterra chiuse il cerchio attorno ad una truffa milionaria ai danni di facoltosi clienti internazionali che dovevano spostare grosse somme di denaro da un paese estero ad un altro con il sistema dell’hawala in cui gli Jovanovic si proponevano come intermediari ma utilizzando valigette piene di soldi falsi. In precedenza, invece, Zoran era stato coinvolto in truffe ai danni anche di persone residenti nella zona.

La vita da nababbi tra case e auto di lusso, vestiti firmati e gioielli

Ingentissimi i sequestri e le confische conseguenti alle varie indagini. In un caso furono sottratti alla famiglia beni detenuti in modo illecito per 700 mila euro, nel secondo (la confisca è di marzo 2023) addirittura per 2,4 milioni tra case, gioielli, soldi, auto di lusso che non disegnava di sfoggiare ad ogni occasione. La prima inchiesta della Guardia di Finanza di Busto partì da un militare che notò un esponente del clan pagare un caffè in un bar con una banconota da 500 euro. Incuriosito annotò il numero di targa della sua 500 Abarth dando il via alle indagini.

Sequestrato il tesoro della famiglia Jovanovic

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 12 Ottobre 2023
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