Lavori sulla ferrovia, per una settimana a Malpensa decolli da una sola pista
La modifica agli scenari di decollo scattano tra una decina di giorni. Intanto i Comuni si muovono sulla tassa per il rumore e torna alla carica il Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa: "I sindaci forniscano i documenti sulla zonizzazione acustica"
Cambiano per una settimana le rotte di decollo e atterraggio a Malpensa, per la chiusura della pista destra (la 35R) a causa dei lavori di “innesto” della nuova ferrovia Gallarate-Malpensa T2.
La modifica scatterà a mezzanotte del 22 ottobre “per una durata di sette giorni solari e consecutivi” e prevede dunque i decolli dalla sola pista 35L (quella di sinistra, guardando in direzione Nord) con gli schemi ascensionali previsti, le SID. Anche gli atterraggi saranno concentrati sulla 35L. Lo schema espone maggiormente il Piemonte e il Castanese, mentre dovrebbe lasciare più “tranquilli” i Comuni del Gallaratese.
La concentrazione del traffico su una sola pista arriva in un periodo in cui si è riaccesa la discussione sull’impatto acustico, in particolare con la richiesta da parte dei sindaci dei Comuni del Cuv – i nove Comuni più vicini allo scalo – di chiedere alla Regione l’applicazione dell’Iresa, l’Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili. Un nuovo fronte amministrativo, mentre sul fronte della giustizia amministrativa i Comuni stanno battagliando per ottenere i 69 milioni di euro di arretrati della tassa d’imbarco per il periodo 2005-2015 (dopo un primo grado sfavorevole, ora si rivolgono al Consiglio di Stato).
Nel frattempo torna a farsi sentire una battagliera voce critica, quella del Comitato Aerei di Varallo Pombia, che incalza gli stessi sindaci lombardi:
L’imposta Regionale sulle Emissioni Sonore degli Aeromobili (IRESA) era stata istituita con l’art. 90, comma 4, della legge 21 novembre 2000 n. 342, allo scopo di utilizzarne il gettito derivante per il completamento dei sistemi di monitoraggio acustico, disinquinamento acustico e, eventualmente, l’indennizzo delle popolazioni residenti nell’intorno aeroportuale. Con l’Art.2, comma 11 legge n.350 del 2003 era stata istituita l’Addizionale Comunale sui diritti d’imbarco, un tributo pagato in partenza dagli scali nazionali, inizialmente destinata ai Comuni aeroportuali. Due risorse per finanziare opere e mitigazioni per i cittadini oppressi dall’impatto acustico delle flotte aeree che operano su Malpensa, rese indisponibili da una politica “ambientale” che sta penalizzando la comunità che vive sotto le rotte di decollo e di atterraggio.
I sindaci di Malpensa, riuniti nel CUV, nello scorso mese di settembre avrebbero deciso di ricorrere al Consiglio di Stato per ottenere i 69 milioni di euro di arretrati della tassa d’imbarco relativi al periodo 2005- 2015. Avrebbero anche deciso di chiedere a Regione Lombardia l’applicazione dell’IRESA sospesa dalla medesima Regione Lombardia.
Perché, in sostanza, la Commissione “acustica” aeroportuale ha atteso ben 25 anni per elaborare la prima zonizzazione del secondo scalo italiano, quando era imperativo predisporre le Zone LVA A, B e C, con cittadini ed i caseggiati interessati per attivare le misure di prevenzione, attivazione, protezione e mitigazione del territorio?
Il finanziamento delle opere di mitigazione sarebbe tuttavia risultato vano per un motivo specifico:
– ancora, dopo 25 anni di attività di volo, manca la zonizzazione acustica LVA, a tutt’oggi ignota nel numero dei cittadini investiti da determinati indici acustici LVA;
– nessuno avrebbe potuto identificare le zone e le abitazioni dei cittadini interessati.Il Comitato Cittadini di Varallo Pombia rinnova la richiesta da tempo formulata ai Sindaci del CUV di rendere disponibile la zonizzazione acustica LVA, il numero dei cittadini coinvolti ed i verbali degli ultimi due anni della Commissione Aeroportuale di Malpensa.
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