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A Glocal+ la guerra tra Israele e Hamas nel racconto da Tel Aviv di Mattia Sorbi

L'inviato, in Israele per un'agenzia internazionale, ha espresso la sua preoccupazione per l'escalation del confronto che rischia di allargarsi in modo pericoloso

mattia sorbi a glocal+

In collegamento da Tel Aviv, dove sta seguendo l’evolversi del conflitto israelo palestinese, Mattia Sorbi ha parlato del suo lavoro di reporter di guerra nell’incontro che si è svolto alla Galleria Boragno a Busto Arsizio.

Tra gli eventi di Glocal+, il cronista, inviato da un’agenzia internazionale, ha così spiegato il conflitto:«Siamo di fronte a una terza guerra mondiale come dice Papa Francesco. L’alleanza tra Russia e Hamas avvantaggia Putin sul fronte ucraino. E non è un caso che gli Stati Uniti stiano schierando forze nel Mediterraneo. Capiscono che con questo conflitto non si scherza,  non va allargato. L’azione di Israele è tesa a distruggere Hamas ma intanto stanno morendo tanti civili. Da testimone dico che l’operazione dovrebbe limitarsi a eliminare il gruppo terroristico di Hamas senza espandersi. Se dovesse succedere, saremmo di fronte a scenari paurosi. Il conflitto seppur tragico deve rimanere circoscritto a Gaza».

Parlando del popolo israeliano, Sorbi ha racconttao: «Tutta la società israeliana è consapevole che il premier abbia sbagliato e non ha difeso il suo popolo. A guerra finita Bibi dovrà andarsene. La voce critica, però, rispetto alla guerra è solo il 20% della popolazione. Chiedono un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Alcuni scenari futuri si intravedono. L’operazione a Gaza durerà minimo due mesi. Nella migliore dell’ipotesi, gli israeliani vorrebbero mantenere i patti di Abramo per una pace anche economica tra Israele e l’Arabia Saudita. Una novità storica strategica per il Medio Oriente. Tanto che molti credono che questa sia stata una delle cause scatenanti del 7 ottobre. I sauditi potrebbero amministrare Gaza dopo la richiesta degli USA e di Israele. Questo sarebbe una garanzia per gli arabi e i palestinesi».

Per quanto riguarda la situazione all’interno dello Stato di Israele e della convivenza con i palestinesi residenti, l’inviato ha commentato: «La convivenza tra palestinesi ed ebrei in Israele per ora tiene. L’intifada si scatenò anche a Gerusalemme, mentre ora la situazione è calma perché ci si rende conto che Hamas ha commesso un crimine terribile. Israele ora non può far altro che invadere Gaza e in questo momento tutti vogliono la fine di Hamas senza sapere però che fine farà questo conflitto. La pace è lontanissima e nessuno sa come si potrà arrivare a uno stato palestinese. Esiste un problema con i coloni israeliani ma anche con i palestinesi che sono traditi soprattutto dai loro fratelli arabi più che da Israele. Rifiutare lo stato ebraico ha generato una tensione continua. Il dialogo di pace è naufragato anche per interessi dell’Iran che sostiene che gli ebrei non devono vivere in Palestina. Hamas dichiarerà di essere lontana dal nazismo ma poi agisce nello stesso modo contro Israele. Come abbiamo capito tutti, il futuro non è solo incerto, ma molto più triste».

«Tutte le mattine seguo le agenzie e le osservo riprendere quante più situazioni possibili con immagini dell’esercito, interviste ai politici, ai volontari, a chi lavora nella logistica a supporto dell’esercito. Il mio lavoro è fotografico e video. Io produco immagini. Il canale che sto utilizzando di più è Instagram. Il singolo giornalista diventa lui stesso un media e può offrire informazioni dirette. Il freelance ha poi un problema economico. Alcuni soggetti come Locatelli sono riusciti a fare crowdfunding potendo così sostenersi nel suo lavoro sul campo. Il mio caso è diverso perché lavoro per una agenzia e scrivo per Repubblica».

La diretta dell’incontro

https://instagram.com/galleriaboragno/live/18036239560549464?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==

Pubblicato il 04 Novembre 2023
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