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“Che peccati deve espiare chi corre la Maratona di New York? Ma all’arrivo vorresti ripartire”

Beppe Trevisan di Busto Arsizio a 70 anni ha completato la gara della Grande Mela in 5h15'. E ci racconta la sua esperienza tra tifo rumoroso, fatica, gioia e due curiosi momenti di silenzio

beppe trevisan maratorna di new york 2023

(franz) Ogni anno (quando il sistema delle classifiche lo rende possibile), VareseNews pubblica l’elenco dei podisti varesotti (i nomi, le posizioni in classifica, i tempi) che portano a termine la Maratona di New York, l’affascinante gara che va in scena ogni prima domenica di novembre. Tra i concorrenti di quest’anno c’era anche Giuseppe Beppe Trevisan di Busto Arsizio che a 70 anni (con il 1953 stampato con orgoglio sulla maglietta) ha concluso la NYC Marathon in 5 ore e 15′. Beppe ci ha inviato il suo racconto della corsa: un “diario” che proponiamo volentieri e che, durante la lettura, ci fa avvertire le sensazioni di una giornata speciale.

«Ma se lo sapevo prima!!!»… che sarei stato citato sulla stampa provinciale avrei attaccato il mio pettorale sul “lato B” di qualche keniano. Avrei fatto un gran tempo!!!
A 70 anni invece sono arrivato poco dopo le 5 ore. Ma sia ben chiaro che la Maratona di New York inizia molto, ma molto prima del famoso colpo di cannone sparato dopo l’esecuzione di The Star-Spangled Banner ovvero “La bandiera adornata di stelle”, inno americano.

Sveglia ore 05:00, vestizione (ben coperti mi raccomando) e colazione. Ore 07 :30 partenza in autobus dall’hotel direzione porto, per imbarco verso Staten Island: ad attenderti il serpentone dai 100.000 occhi dei 57.000 partenti.
Al porto ti aspetta un chilometrico, affascinante bruco giallo formato dagli storici scuolabus tutti in fila per condurci a Fort Wadsworth. Dopo un’ora di attesa nel parco antistante, si apre il varco di entrata per l’allineamento della partenza.
Finalmente dopo mezz’ora, adrenalina alle stelle, colpo di cannone, si parte. Sono le ore 11:00. Sono sei ore che è iniziata la tua maratona.

Ponte di Verrazzano: 200 metri in piano, poi il primo muro: in 500 metri si sale di 50 metri. Non una passeggiata! E… non sarà l’ultima!
Dopo 4 chilometri il caravan serraglio ha inizio e ti accompagnerà quasi per tutti i restanti 38 chilometri intramezzato da due brevi intervalli.
Undicesimo miglio. Dopo due ore abbondanti di corsa improvvisamente il silenzio.
Niente musica, tifo, gente: siamo a sud Williamsburg al centro della comunità ebreo ortodossa chassidica. Qui, giorno di lavoro dopo il sabato di festa, incontro delle scolarette che, in impeccabile divisa con gonna nera, attraversano la nostra corsa senza darci alcuna attenzione. Sono appena uscite da scuola, in fila, silenziose ed altere. Ma qualcuna a testa bassa, sorride.

beppe trevisan maratorna di new york 2023
Beppe, a sinistra, con un’altra concorrente: sullo sfondo i grattacieli di Manhattan

Usciti dal quartiere ebraico riesplode il tifo. La strada si fa stretta, la stanchezza comincia a  farsi sentire, il pubblico lo avverte: urla, megafoni e rock band vanno al massimo.
Il silenzio tornerà al 16° miglio: muro del Quensboro Bridge, ponte a due piani. Noi si corre in quello inferiore come in un tunnel. Non c’è pubblico, salita e silenzio triste come la nostra fatica che aumenta sempre più. Dopo la metà finalmente si scende, tornante a sinistra e riesplode la cagnara.
Tenendo duro ecco spuntare finalmente Central Park.

Chi corre è senza parole da diversi chilometri. Ne mancano 5 e di mollare ora non se ne parla. Mentre sei li che disperi con gambe molli, bocca arsa e non vedi l’ora di arrivare, il pubblico urla e aziona sirene “tipo croce rossa” quasi per avvertirti che potresti averne bisogno: “ma che vadano tutti…” viene da pensare. Ecco consolante, là in fondo, l’agognato traguardo! Alzi faticosamente le braccia in segno di esultanza. Basta!

Ma non è  finita: dopo la medaglia, il sacchetto viveri e un poncho termico che è una delizia, ti aspettano 2 o 3 chilometri di ulteriore camminata per uscire dalla zona blindata per sicurezza. Alle 18 sei in hotel: 7 ore dopo la partenza e 13 dalla sveglia. Che maratona ragazzi!!! Eppure ci torneresti subito!!!

Ora domandiamoci: che inconfessabili peccati opprimono alcuni individui tanto da indurli a diventare maratoneti per espiarli??

Beppe Trevisan

PS – Ricordiamoci: Chi arriva ultimo è quello che ha fatto più fatica di tutti. Chi non riesce ad arrivare ne fa ancora più dell’ultimo.

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Pubblicato il 11 Novembre 2023
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