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Due evasioni in 130 anni. Un documentario racconta la vita nel vecchio carcere di Busto Arsizio

Proprio oggi è stato pubblicato su Youtube il docufilm realizzato dagli stessi agenti della Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio sulle vecchie carceri asburgiche con le testimonianze di chi ci ha lavorato

Il vecchio carcere di Busto Arsizio. Ecco come diventerà

In 130 anni di storia sono solo due le evasioni documentate dal carcere austriaco di Busto Arsizio. Aperto nel 1854 quando Busto era ancora un paese di circa 10 mila abitanti, è rimasto in funzione fino agli anni ’80 quando venne sostituito dal nuovo carcere di via per Cassano. Nel frattempo il borgo si era fatto città con una popolazione aumentata di 7 volte.

In dieci in una cella

Le celle contenevano fino a 10 detenuti che dovevano condividere pochi metri quadrati, l’ambiente era insalubre (anche se per gli standard ottocenteschi era comunque sopra la media), i soffitti a volta non superavano i 170 cm. Fu proprio il sovraffollamento oltre i limiti dei diritti umani a far nascere l’esigenza di una nuova struttura.

Il detenuto che fece scacco al re

Racconta l’architetto Rolando Pizzoli, che ha curato il progetto di recupero insieme ad un team di professionisti, che l’edificio era una vera e propria fortezza e che l’unico punto debole era rappresentato dalle volte del soffitto del secondo piano dove un detenuto riuscì ad aprire un varco e a calarsi con le classiche lenzuola annodate dal tetto: «Il detenuto lasciò una pedina degli scacchi con una scritta “scacco al re”, prendendosi gioco della nomea del luogo, considerato sicuro».

La trasformazione in aule studio

Il carcere austriaco, dopo 40 anni di abbandono, tornerà a vivere e diventerà un simbolo di libertà intesa come possibilità di “evadere” dall’ignoranza attraverso lo studio. Al suo interno, infatti, verranno realizzati nuovi spazi per lo studio a compendio della vicina biblioteca, trasformando l’area nel polo culturale principale della città. Nello stesso isolato, infatti, sono ospitate anche le civiche raccolte d’arte di Palazzo Marliani Cicogna all’interno di quello che una volta era la residenza dei conti di Busto Arsizio.

Le celle dell’isolamento rimarranno uguali ad oggi

Il restauro dell’edificio rispetterà la planimetria e salverà anche i graffiti che ne caratterizzano le celle, unica forma di espressione consentita all’interno del carcere. Le stanze dell’isolamento, infatti, verranno chiuse e lasciate esattamente come sono a ricordo della sua funzione detentiva che ha caratterizzato la sua nascita e la sua vita.

Il documentario che racconta il passato

La storia di questo luogo è ben raccontata nel documentario realizzato da due poliziotti penitenziari, Clemente Pollastro e Arnaldo Boniello, dal titolo “Il presente del passato” che proprio oggi è stato pubblicato interamente su YouTube.  Rievoca la vita all’interno del vecchio carcere di Busto Arsizio e la confronta con quella nella attuale struttura.

Nato da un’idea della Comandante Rossella Panaro, è stato realizzato interamente dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria del reparto della Casa circondariale di Busto Arsizio. Il docufilm ha ricevuto il patrocinio del Comune ed è stato proiettato al Busto Arsizio Festival Film (BAFF), alla presenza di autorità civili e militari della città e del Prefetto di Varese.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 16 Novembre 2023
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