Gli “aeropittori”, artisti della Provincia con le ali
Questo tipo di arte teorizzata da Filippo Tommaso Marinetti, trova il suo massimo sviluppo nel periodo compreso tra le due guerre mondiali. Nel Varesotto alcuni importanti esponenti
“Noi aviatori futuristi creiamo una nuova forma artistica, coll’espressione dei più complessi stati d’animo mediante il volo”, con queste parole il pilota futurista Fedele Azari si esprime nel suo manifesto pubblicato dal quotidiano “La Gazzetta del Popolo” dell’aprile 1931. Azari si brevetta sul campo d’aviazione militare di Busto Arsizio sul quale nel 1918 esegue “i primi voli espressivi e saggi di teatro aereo elementare”, per poi divenire uno dei primi pittori aderenti alla corrente artistica detta di aeropittura. Questo tipo di arte teorizzata da Filippo Tommaso Marinetti, trova il suo massimo sviluppo nel periodo compreso tra le due guerre mondiali. (Foto in alto – Cartolina che riproduce il quadro di Ivanhoe Gambini “Record di velocità” dell’idrocorsa Macchi-Castoldi Mc.72 (1934))
Gli aeropittori vogliono interpretare ed esprimere con le loro opere le sensazioni di velocità e dinamismo proprie dei cambiamenti che stavano avvenendo in quegli anni, dovuti ai nuovi ritmi generati dalla vita moderna. Anche in provincia di Varese si afferma uno di questi pittori: è il bustocco Ivanhoe Gambini (figlio del noto architetto liberty Silvio Gambini). Nel 1929 partecipa per la prima volta a una esposizione che si tiene presso la biblioteca civica di Varese, dal titolo “Mostra d’Arte Futurista” organizzata dal Gruppo Radiofuturista Lombardo di cui Gambini fa parte. La carriera di questo bravo artista prosegue poi fino alla seconda metà degli anni ’30 prima di maturare la decisione di abbandonare l’aeropittura per un più stabile impiego presso l’ufficio tecnico del comune di Busto Arsizio. Le sue capacità artistiche ed il suo estro trovano comunque molti estimatori, primo fra tutti lo stesso Marinetti, tanto che molte tele di Gambini sono pubblicate su periodici dell’epoca a testimonianza delle indubbie qualità di aeropittore. I suoi quadri, alcuni dei quali che ritraggono idrocorsa della Macchi e velivoli plurimotori della S.I.A.I. Marchetti e della Caproni, sono esposti in diverse mostre in Italia e all’estero. Nel 1934 è affidato allo stesso Gambini il compito di curare l’allestimento della sezione detta “Alta Velocità” all’Esposizione dell’Aeronautica Italiana tenutasi a Milano dal giugno all’ottobre 1934.
Un altro artista che si fa conoscere in quegli anni è il pittore Mario Broggi. Milanese di nascita, ma sommese d’adozione, è affascinato dal mondo del volo e dagli ambienti dove gli apparecchi “prendono vita e si muovono”. Così si racconta in un suo scritto:“…ho sempre amato la macchina alata; ogni rombo di motore di aeroplano mi ha fatto sostare, guardandolo ammirato. E’ una vecchia passione la mia e doveva esprimersi nel modo per me più semplice; la rappresentazione plastica”.
Anche lui, come Gambini, espone suoi quadri in molte località dentro e fuori la provincia di Varese. Proprio nel capoluogo tiene la “Prima Mostra d’Arte Illustrativa dell’Aviazione – Rassegna Plastica dell’Aeronautica Italiana” presso la Bottega d’Arte in via del Cairo al n°2. Qui espone ben trentanove opere che documentano la costruzione e preparazione degli idrovolanti S.55X a Sesto Calende e all’idroscalo di S.Anna ( impiegati poi dal generale Italo Balbo per la Crociera Aerea del Decennale), così come quadri che illustrano la vita aviatoria negli aeroporti della Malpensa e di Ternate. Lo stesso Balbo è stato invitato per la cerimonia di inaugurazione della mostra prevista per il 6 ottobre 1934 ma, impossibilitato ad intervenire, invia comunque una sua lettera nella quale dice: “cercherò di venire a Varese per visitare i Suoi interessanti lavori. f.to Balbo”.
Gli aeroplani progettati e costruiti dalle aziende varesine S.I.A.I. Marchetti, Caproni, Agusta e Macchi sono spesso il soggetto principale e dominante di molte aeropitture realizzate da altri artisti futuristi, come Guglielmo Sansone (in arte TATO), Alfredo Ambrosi, Cesare Andreoni, Fedele Azari, Giacomo Balla, Tullio Crali, Gerardo Dottori, Bruno Munari, Osvaldo Peruzzi, per citare i più noti. Questi artisti hanno spesso riprodotto i loro quadri su cartoline (oggi molto ricercate dai collezionisti) utilizzate come materiale autopromozionale per mostre o da inviare per posta ad amici e simpatizzanti. A livello grafico e pubblicitario nelle cartolerie in quegli anni sono poste in vendita speciali cartoline, chiudilettera, figurine, quaderni, libri, opuscoli a colori e fotografie che pubblicizzano le imprese e gli apparecchi costruiti dalle aziende aeronautiche varesine. Lo stesso tipo di materiale è poi fatto stampare e distribuito da queste aziende, spesso avvalendosi dell’estro dei propri disegnatori e dei maggiori artisti e pubblicisti dell’epoca. Tra i primi da segnalare due dipendenti della S.I.A.I. Marchetti: Francesco Loro e Aldo Maggi, mentre tra gli artisti e importanti illustratori vi sono Achille Beltrame (con le sue tavole per la “Domenica del Corriere”), Gino Boccasile, Umberto Di Lazzaro, Gabardi-Brocchi, Padrini, Papa (che si firma Pa²) e Franco Codognato.
Un altro noto illustratore è Kurt Caesar, artista tedesco, ma naturalizzato italiano, che si stabilisce a Venegono negli anni ’30-’40, autore di molti ed apprezzati fumetti bellici e di avventura, compresi quelli di aviazione, che vengono pubblicati sui maggiori giornalini italiani (“Topolino”, “L’Avventuroso”, “L’Audace”, “Il Vittorioso”).
Caesar trova sicuramente ispirazione per le sue opere dal vicino campo d’aviazione che sorge a ridosso di Venegono e sul quale, in quel periodo, c’è una notevole attività di volo da parte di apparecchi italiani e tedeschi. 3 Un altro artista, nativo da Gallarate, che balza agli onori della cronaca durante il 2° Conflitto Mondiale è Silvio Zanella che il periodico “Rassegna d’Oltremare” del giugno 1942 battezza come “pittore di ali e ardimenti”. Le sue aeropitture ispirate al volo di guerra sono infatti una “sintesi di colore e di vita eroica, ove i grandi spazi, il dramma dei cieli nubati, l’impeto del volo, la convulsione delle esplosioni si riassumono e si esprimono in una appassionata ricerca tecnica del colore, in una sicura interpretazione delle prospettive e nel calmo equilibrio delle masse pienamente raggiunto pur nel delirio del moto”, mettono anche in risalto la tragicità della guerra. Con la fine del conflitto il volo e la pittura prendono vita attraverso una nuova forma artistica denominata Aviaton Art che ha trovato in Italia in questi ultimi anni diversi suoi cultori come: Amleto Fiore, Massimo Mazzoni, Danilo Renzulli, Aldo Brovarone (noto anche come designer di auto per aver lavorato per quarant’anni all’ufficio studi Pininfarina) e Allan O’Mill (argentino le cui opere sono esposte in musei, aeroporti, ditte aeronautiche e collezioni private di tutto il mondo). Aeroplani ed elicotteri Made in provincia di Varese continuano ad essere i soggetti preferiti di questi e altri artisti, ed è anche grazie a loro che la provincia di Varese continua ad essere apprezzata e conosciuta come la Provincia con ali.
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Fonti consultate:
GRAMPA, Alberto, Il futurista Ivanhoe Gambini – Aeropittore veloce. “Rivista Militare”, Roma,
marzo 1989.
GRAMPA Alberto, QUI SI VOLA – L’ardimentosa storia aeronautica della provincia di Varese.
Macchione Editore, Varese, 2003.
GRAMPA Alberto, Quando a Busto Arsizio si volava. Storia dei tempi eroici dell’aviazione
Italiana. Pietro Macchione Editore, Varese, 2014.
GRAMPA Alberto, AgustaWestland, storia di un’industria leader nel campo aeronautico.
Pietro Macchione Editore, Varese, 2014
Volume “Ali a Varese”, pubblicato dalla Provincia di Varese e da Giorgio Apostolo Editore,
Varese-Milano, 1997.
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