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Gli effetti della nuova fase di guerra sul traffico da Malpensa a Israele

La scomparsa del turismo, la contrazione del traffico business e le generali condizioni di sicurezza hanno spinto le low cost a posticipare la ripresa dei voli verso Israele

El Al

La nuova fase del decennale conflitto israelo-palestinese, sfociata in scontro aperto tra Hamas e forze armate israeliane, sta provocando una significativa riduzione del traffico aereo diretto a Tel Aviv, prima di tutto per la quasi totale scomparsa del turismo e dei pellegrinaggi.

L’aeroporto Ben Gurion ha visto una contrazione dell’80% del traffico: là dove arrivavano 500 voli al giorno, oggi ne atterrano solo un centinaio, concentrati al terminal 3.

Per quanto riguarda l’offerta dall’Italia, Ryanair Ryanair ha sospeso le sue frequenze fino al 14 dicembre, mentre Easyjet ha spostato la data in là fino a 30 novembre, nonostante inizialmente ci fosse la speranza di una rapida ripresa.
Meno “prudente” WizzAir, che per ora ha posticipato la ripresa del traffico solo fino al 23 novembre.

Da Milano Malpensa restano attivi i voli dell’El Al, la compagnia di bandiera di Israele, che ha ridotto da due a una le frequenze: la domanda è comunque piuttosto alta, la disponibilità di posti liberi è limitata a pochi giorni nell’arco di questo mese e i prezzi si aggirano intorno ai 500 euro.

Nei primi giorni dopo il 7 ottobre scorso i collegamenti tra Israele e Italia, per il rimpatrio degli italiani presenti, erano stati affidati a voli straordinari operati dall’Aeronautica Militare e da Neos, la compagnia di base a Malpensa.

Pubblicato il 06 Novembre 2023
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