Le associazioni di nuovo mobilitate in difesa della brughiera di Malpensa
Dopo l’approvazione del Decreto che punta a dare un nuovo via libera alle aree cargo con ampliamento dell'aeroporto, gli ambientalisti tornano nella zona della brughiera del Gaggio
Il Decreto “Aria” punta a sbloccare l’ampliamento di Malpensa e il mondo delle associazioni ambientaliste torna a mobilitarsi. Comunicati e prese di posizione sì, ma alla fine serve anche vedersi, farsi vedere, concordare le mosse, fare massa: così sabato 4 novembre tante sigle diverse si ritroveranno proprio nella zona minacciata dall’espansione dell’aeroporto, la zona della brughiera del Gaggio e Tornavento, a sud delle attuali reti aeroportuali.
La “chiamata” arriva dalla rete Bicipace e da Custodi della Brughiera e ha il sostegno del Parco del Ticino, l’unico ente che si era non aveva firmato l’accordo del 2022 che avrebbe dato il via libera all’espansione (poi bocciata dalla Commissione VIA).
Al fianco degli organizzatori c’è tutto l’universo di associazioni attive nell’area tra Malpensa, il Castanese, il Magentino, come ad esempio Viva Via Gaggio, Ecoistituto della valle del Ticino, Rete Comitati Malpensa e ancora sigle regionali o nazionali come Legambiente, Lipu, Italia Nostra.
Le associazioni i saranno in presidio dalle 10 alle 17 alla Ex Dogana Autostroungarica in fondo a via Gaggio.
Alle 14.15 ci saranno gli interventi delle autorità e delle associazioni, poi alle 15 sarà inaugurata una mostra con “foto, disegni, pensieri e canzoni” sulla brughiera, che confluiranno poi in un calendario 2024.
Oltre alla presa di posizione pubblica è prevista anche una serie di attività in gruppo: due gruppi in bici partiranno da Nosate (ore 10 dal “Binda bar” vicino al canale) e da Gallarate (9.30 da piazza Libertà). All’arrivo alla ex Dogana, ci saranno poi pranzo al sacco e castagnata.
“Non solo per la brughiera anche la salute!”
La giornata ha avuto anche il patrocinio dell’ISDE, associazione dei “Medici per l’ambiente”. Occasione per Legambiente Gallarate per ricordare come la battaglia per la brughiera non sia solo per evitare il consumo di suolo, ma anche per l’impatto del traffico cargo “Ricordiamo che con l’estensione della cargo city fuori sedime, si dà il via ad un incremento notevole dell’attività aeroportuale con previsione di ulteriori ingrandimenti del sedime negli anni futuri”, dice una nota della sezione gallaratese del cigno verde.
“ISDE ci ricorda che l’aeroporto e il volo aereo in generale colpiscono la persona umana sia per l’inquinamento atmosferico che quello acustico. Innumerevoli e incontestabili studi sono stati pubblicati in tal senso, basta quindi sottovalutare il problema salute e dare rilevanza al solo fattore economico”.
Cosa è successo fin qui sull’espansione cargo di Malpensa
L’ampliamento dell’area cargo è inserita nel Masterplan 2035 e prevede – nella versione inserita nel piano – un consumo di suolo di 44 ettari, prevalentemente di brughiera, all’interno del Parco del Ticino, ampliando i confini dell’aeroporto.
A giugno 2022 si era arrivati ad un accordo tra i proponentoi Sea ed Enac, Comuni del Cuv (enti locali varesini direttamente intorno allo scalo), Regione Lombardia e Provincia di Varese. Dall’accordo si era sfilato il Parco del Ticino, mentre contrari erano i Comuni del Castanese.
Nella primavera la Commissione Valutazione d’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente ha dato poi il via libera al Masterplan (che comprende più interventi) ma con il divieto di procedere con l’espansione fuori dall’attuale sedime, per non intaccare la brughiera, indicando invece la possibilità di lavorare su ipotesi alternative.
Nel frattempo il Parlamento, su proposta della Lega, ha approvato il “Decreto Aria”, che contiene un impegno a rivedere la decisione della Commissione VIA per sbloccare anche l’espansione del cargo su nuove aree da acquisire all’aeroporto.
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