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A Gallarate un nuovo limite alle rette delle case di riposo

Introdotto con delibera di giunta e valido da gennaio 2024, rischia di mettere in difficoltà le famiglie, dicono le opposizioni. "C'è anche il rischio di 'migrazione sanitaria' verso altri Comuni"

gallarate generico

Da gennaio 2024 entra in vigore un tetto per i contributi del Comune per le famiglie con anziani in Rsa o disabili in strutture.
«Le famiglie si troveranno a pagare di più. E forse dovranno scegliere non la struttura più adatta per le esigenze sanitarie, ma quella più economica», attaccano le opposizioni, Pd, Lista Silvestrini e Città è Vita.

Il punto di partenza è la delibera 214 votata dalla giunta del sindaco Cassani il 13 dicembre. «La giunta Cassani interviene introducendo i tetti del contributo di sostegno ad anziani e ricoveri disabili» dice il consigliere comunale Pd Giovanni Pignataro. «In passato venivano dati contributi sulla base dell’ISEE. Ora viene introdotto un tetto massimo di compartecipazione», vale a dire di contributo alle famiglie.

Nello specifico – si legge nella rettifica fatta con delibera 214 – i “tetti” di compartecipazione sono di 1300 euro per le case di riposo (più basso della iniziale previsione) e di 2750 euro per i disabili (in rialzo  rispetto alla prima ipotesi di “tetto”).

Un provvedimento avrà un impatto sulle famiglie, con aggravio di spesa: «Introducendo questo tetto una famiglia non andrà a inserire il parente nella struttura più adatta alle reali esigenze sanitarie della persona, ma dovrà farlo sulla base di considerazioni economiche» aggiunge Margherita Silvestrini.

«La giustificazione data in consiglio comunale dal sindaco è inaccettabile: ha parlato di scelta tra “quattro stelle” o strutture più normali. Ma qui non stiamo parlando di alberghi, ma di strutture sociosanitarie. Si seleziona in base ad un criterio economico la possibilità di scegliere dove le persone vanno a concludere la loro vita».

«Ci deve essere certo un criterio di massima, ma non si può rendere omogenee tutte le situazioni» continua Cesare Coppe (lista civica Città è Vita). «Il sindaco ha fatto l’esempio delle strutture per disabili, che possono avere costi diversi, ma non si può ignorare le differenze di offerta e le necessità delle persone. Qui non si guarda alla necessità sanitaria di cui hanno bisogno».

Le opposizioni temono anche che si possa arrivare a «“migranti sanitari” per ragioni economiche», persone che dovranno allontanarsi dalle strutture gallaratesi perché le famiglie sono impossibilitate a far fronte alla spesa. «Una logica disumana» dice Pignataro.

«Le stesse strutture dovranno introdurre l’idea della sostenibilità economica» continua Silvestrini. La spesa dell’ente Comune è infatti consistente, 600 mila euro per gli anziani in Rsa e 800mila e più per i disabili, cifre che servono per lo più all’inserimento in realtà cittadine (Camelot, Bellora e Melo, nel caso delle Rsa).

La logica – dicono le opposizioni – non può essere diminuire la possibilità di scelta. «Il sindaco ci ha risposto che con la stessa cifra avrebbero dato servizi a più persone, ma questo si garantisce aumentando il capitolo non precludendo la scelta alle persone» conclude Silvestrini.

Al di là dell’impatto che avrà sulle persone, Cesare Coppe sottolinea che i nuovi “tetti” alla spesa sociale sono  «scelte solo economiche e di bilancio», non sostenute da un’analisi del bisogno e delle risposte. «Non voglio infierire sull’assessore al sociale [ Chiara Allai, ndr], perché già è nel mirino di una parte di maggioranza, ma devo far notare che non si è mai presentata a spiegare le soluzioni alternative e mitigatorie nelle sedi opportune, di fatto in commissione bilancio che è l’unica sede dove si è parlato di questi provvedimenti».

Le soluzioni alternative ad esempio sul Centro Diurno Disabili sono in effetti ad oggi rimaste piuttosto fumose. «E le nostre osservazioni non sono così peregrine perché sono arrivate anche da un settore della maggioranza» dice Carmelo Lauricella, riferendosi alle critiche venute da Forza Italia.

Lauricella sottolinea anche la scelta di tagli al sociale nel quadro di un bilancio che spende su altre priorità: «Il risparmio si esercita su questi capitolo non su altri, dove il problema di dove si prendono le risorse non viene neppure sfiorato. Evidentemente alcuni capitoli sono sacrificabili e altri no. Verrebbe da dire: alcune persone sono sacrificabili, altri progetti no».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Dicembre 2023
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