A Magnago il presepe ricorda il dramma della guerra e rimane “vuoto”
Nel paese della zona tra Busto e Malpensa il presepe della parrocchia aveva inserito anche un israeliano e un palestinese: "Gesù è venuto a intercedere, a mettersi in mezzo tra i conflitti". Dopo le proteste dell'amministrazione comunale però il messaggio è cambiato
A Magnago – paese nei dintorni di Malpensa – il presepe della parrocchia ricorda il dramma della guerra in Terrasanta e la scelta innesca uno “scontro” indiretto tra parroco e sindaco, con il presepe che viene “riallestito” a una decina di giorni dal Natale.
Il parroco don Marco Basilico ha scelto di inserire nel presepe due figure che ricordano la contrapposizione di oggi tra lo Stato d’Israele e il popolo palestinese (tra cui c’è ancora oggi anche una millenaria comunità cristiana): da una parte la statuina di un soldato israeliano armato e con la bandiera bianco-azzurra, dall’altra un palestinese con bandiera nero-verde-rosso-bianca, dietro al muro della barriera costruita da Israele per isolare i villaggi e le città palestinesi.
L’allestimento ha suscitato «discussioni e polemiche» ha riconosciuto don Basilico, che al tema della pace ha dedicato anche la sua lettera ai parrocchiani e un incontro in vista del Natale, con don Renato Sacco di Pax Christi. Tanto che l’insistenza dell’amministrazione ha portato a cambiare l’allestimento.
«Nella prima versione del presepe si è cercato di attualizzare il messaggio del Natale. Gesù è venuto in mezzo a noi a portare la pace, a ‘intercedere’ per noi. Intercedere: vuol dire mettersi nel mezzo, unire le parti in conflitto. Oggi sono ancora tanti i popoli in conflitto, tra questi anche il popolo palestinese e quello israeliano. Il messaggio di pace e di misericordia portato da Gesù è però difficile da accettare e allora, come oggi, non viene accolto. In qualche modo dà fastidio perché dietro ai conflitti ci sono sempre grandi interessi».
Se questa era la prima versione, come detto poi ce n’è stata una seconda, dopo l’intervento del sindaco. Le ragioni le ha spiegate il capogruppo di “Insieme per Magnago”, Massimo Riondato dicendo che l’amministrazione «ha chiesto al parroco di rimodulare il progetto del presepe riportandolo a un contesto più tradizionale», adducendo anche la motivazione che «l’inserimento di personaggi armati senza nessuna spiegazione del contesto e del significato ha destato preoccupazione, anche per l’ordine pubblico», temendo anche che la vista di quanto accade in Israele/Palestina potesse turbare i bambini.
In mezzo ci sarebbe stato anche un episodio esecrabile: prima della rimozione dei due personaggi moderni, la statuina del soldato israeliano sarebbe stata “decapitata”.
Ed è a questo punto che il parroco ha riallestito il presepe con un messaggio in qualche modo provocatorio: «Vista la fatica ad accettare e accogliere questo messaggio di pace legato al Natale, si è pensato di fare una seconda versione del presepe. In essa si è voluto andare ancora di più al cuore del Natale: la capanna è vuota, non ci sono i personaggi e c’è la scritta: ‘per loro non c’era posto’ (Luca 2,7) e ‘e… nel tuo cuore c’è posto per Gesù?’. Con questa seconda versione si è voluto interrogare direttamente coloro che guardano il presepe chiedendo esplicitamente qual è il significato del Natale».
Messaggio forte, certamente, anche agganciato esplicitamente al testo evangelico, come lo stesso parroco dice in modo esplicito. Ovviamenete la scelta ha avuto grande eco in paese.
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