Il cinema parrocchiale di Cuggiono “cancella” il film Santocielo di Ficarra e Picone
O meglio: una serie di proteste ha spinto il parroco a chiedere di non proiettare il film, anche se il gruppo di gestione della sala sembra non condividere. Del resto il film ha diviso anche la critica cattolica
Un gruppo di fedeli protesta e così il cinema parrocchiale si ritrova a dover cancellare l’ultimo film di Ficarra e Picone, “Santocielo”, su pressione del parroco.
Succede a Cuggiono e la decisione assume anche un po’ il tono della polemica, seppur garbata, dentro al mondo cattolico locale.
Il film, va detto, ha già suscitato reazioni avverse, ma al contempo anche un certo dibattito tra i cattolici. Alcuni non hanno esitato a definire «blasfemo» il film, che immagina che un uomo – rimandato sulla terra per riportare nel mondo il figlio di Dio – sbagli e metta “incinto” un altro uomo.
In effetti ce n’è abbastanza per suscitare reazioni avverse, come quella avvenuta a Cuggiono, con la bocciatura della proiezione nella “sala della comunità”, il cinema parrocchiale, che pure ospita iniziative anche di dialogo con altre sensibilità.
Ma ce n’è anche abbastanza anche per suscitare un certo dibattito, non urlato.
Lo staff della Sala della Comunità, comunica infatti la cancellazione con un post sui social in cui appare una notazione di garbato distinguo: “seppure non condividendo totalmente le valutazioni” del parroco e dei fedeli sentitisi feriti dal film, cancella la proiezione “in ottica di reciproca collaborazione e rispetto dei ruoli”.
“Non è censura”
«Mi sono sentito profondamente colpito e offeso nella mia sensibilità di credente» ha detto Don Angelo Sgobbi, che ha definito il film una «’comica’ sgangherata, che usa la religione in questo modo discutibile».
Niente film nel cinema della parrocchia, dunque. Una scelta legittima, ovviamente, come rimarca anche il parroco: «Chiedo a tutti rispetto per questa scelta, che non è assolutamente di censura, ma di coerenza con ciò che la parrocchia propone come cammino di fede e con ciò che personalmente credo».
Il dibattito nel mondo cattolico
Il caso è comunque interessante perché riflette anche le valutazioni in parte divergenti della critica cinematografica cattolica. Che di fronte ad un film in fondo comico e non brillantissimo (concorda anche la critica “laica”), ha usato toni diversi: se per alcuni è decisamente blasfemo, don Davide Milani su Famiglia Cristiana ha invece ridimensionato dicendo che «non è blasfemo, solo una riscrittura superficiale del Vangelo», pur ribadendo che «non regge l’autoassolutoria definizione di “commedia rispettosa”». Personale ma deciso il giudizio di un noto giornalista di Avvenire, Nello Scavo: «Siamo andati a vedere il film che dicevano blasfemo, adatto alle mie peggiori intenzioni» aveva scritto in un tweet all’antivigilia di Natale . «Invece abbiamo visto un film bellissimo, pieno di poesia e tenerezza. Si ride, ci si commuove».
D’altro canto stessa commissione di valutazione film della CEI lo definisce «complesso, superficiale-brillante», ma avverte che «per una corretta gestioni dei temi e del linguaggio in campo, il film è indicato per un pubblico adulto o di adolescenti». Insomma, forse non adattissimo alla programmazione per tutti, ma adatto ad essere proiettato magari con una guida, in un cineforum. In ogni caso: non a Cuggiono il 13 e 14 gennaio.
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