Mezzo secolo di Parco del Ticino, sei mesi di iniziative per celebrare la nascita nel 1974
Il 9 gennaio 1974 , anticipata da "un movimento molto partecipato", veniva approvata la legge istitutiva dell'ente di protezione della valle del "fiume azzurro". Dai convegni a nuovi itinerari, tanti eventi a partire dalla primavera
Novecento chilometri quadrati, 47 Comuni, migliaia di specie vegetali e animali, una difficile convivenza con l’area economicamente più dinamica d’Italia: tutto questo è il Parco Lombardo della Valle del Ticino, nato esattamente cinquant’anni fa.
Formalmente è nato infatti con la Legge Regionale n.2, del 9 gennaio 1974. Che era insieme un inizio e un approdo. Un inizio perché l’attività di valorizzazione e protezione è continua e complessa, un approdo perché l’istituzione dell’ente era il compimento di un percorso più lungo: «Chi ha partecipato? Di sicuro la popolazione, non solo locale ma anche di Milano, è stato un movimento molto partecipato» ricorda Ambrogio Colombo, ex senatore Dc, che era allora sindaco di Magenta, la città che ospita (in località Ponte Vecchio) la sede del Parco.
Era un movimento fatto di singole persone, di gruppi, anche di giornali che denunciavano i danni ambientali e la necessità di mettere un freno anche ad alcune attività (in primis le cave) che erodevano la valle.
«C’è anche una iconografia molto bella di quella fase» dice il direttore del Parco, Claudio De Paola, presentando – con la presidente Cristina Chiappa – le celebrazioni che in sei mesi saranno attivate sul territorio per i 50 anni del parco.
Quella fase di mobilitazione “contagerà” anche l’altra sponda, in Piemonte, con la nascita dell’ente di tutela piemontese quattro anni dopo, nel 1978.
Una “funzione di mediazione” e di valorizzazione
Il Parco ha, fin dal 1974, un territorio molto variegato, dal Lago Maggiore e giù fino al fiume Po. Dai boschi delle Prealpi all’agricoltura intensiva della “bassa” lombarda e della Lomellina, tra Abbiategrasso e Vigevano. Quarantasette Comuni, in mezzo anche grandi infrastrutture cresciute nel tempo (su tutte una: Malpensa e il sistema di strade e ferrovie di accesso).
La brughiera del Gaggio, ambiente unico appena a Sud dell’aeroporto di MalpensaIl Parco rivendica una «funzione di mediazione» dice la presidente Cristina Chiappa, per coniugare «sviluppo» e «sostenibilità ambientale»: lo dice anche di fronte alle sfide di oggi, come la superstrada Vigevano-Malpensa e l’espansione della cargo city di Malpensa, su cui il Parco ha espresso critiche e proposte alternative (in parte condivise dalla Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente).
Un “fronte” di protezione ricordato anche in conferenza stampa da Claudio Spreafico, per i comitati attivi sul territorio, che ha perorato la proposta – fatta dal Parco – di un Sito d’Importanza Comunitaria per le brughiere, bocciato da Regione Lombardia. L’assessore al territorio della Regione Gianluca Comazzi è invece intervenuto difendendo l’idea che la tutela del territorio si faccia con lo sviluppo, «con la Rigenerazione urbana abbiamo portato in Lombardia 30 miliardi di investimenti».
Interventi di volontari antincendio a Golasecca, nella zona del “canal grande” dove il fiume è stretto tra boscose collineSe la «mediazione» resta un tema complesso, di fronte alla pressione delle infrastrutture e dell’espansione urbana e produttiva, indiscutibile resta il valore di protezione diretta dell’ambiente (non secondario il ruolo dei volontari) e la valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, dagli itinerari agli studi scientifici.
Le iniziative per i 50 anni del Parco del Ticino
Il calendario di eventi e occasioni per i 50 anni del Parco – riuniti sotto il logo disegnato da Federico Maran e Gabriele Castiglioni, studenti del Falcone di Gallarate – è ricco di appuntamenti, pensati per «riassumere nelle attività di celebrazione tutti i contenuti del Parco», dice ancora il direttore De Paola. Approfondimenti tecnico-scientifici, escursioni outdoor, «il racconto di questa storia collettiva che merita di essere approfondita».
«Stiamo redigendo un volume celebrativo che definiamo “autobiografico”, esporremo mostre (anche già edite, come quella stupenda sulle marcite), oltre a una nuova mostra itinerante che vada a cercare le radici della nascita del Parco. Vorremmo dare il via anche ad attività di street art nelle città per aumentare la percezione dell’appartenenza a questo territorio».
Ci saranno una nuova mappa interattiva, materiali didattici, la valorizzazione del lavoro dei volontari, un francobollo celebrativo. E ancora circuiti di bici gravel da 350 km su tre giorni, «una discesa in kayak da Vigevano a Pavia», eventi podistici.
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