Le chiavi di Gallarate a Re Risotto per il carnevale. “Ma se i gallaratesi non partecipano…”
All'asilo di via Poma la tradizionale cerimonia di investitura del re e della regina del Carnevale, davanti a tanti bambini in festa. Dalla Pro Loco l'invito a partecipare e un pizzico di delusione, a fronte della fatica per organizzare
Inizia la festa del carnevale a Gallarate. E inizia con un momento tradizionale: la consegna delle chiavi della città a Re Risotto e Regina Luganighetta, le maschere tradizionali della città.
Quest’anno a varcare la porta dell’asilo di via Poma, nei panni del gran cerimoniere del carnevale, c’era Luca Filiberti, scelto dalla Pro Loco per incarnare la maschera che per tanti anni è stata del compianto Pietro Tenconi, memoria storica della città e grande animatore.
«Sono contento che ci sia un gallaratese doc a rappresentare la città» ha detto il sindaco Andrea Cassani, consegnando le chiavi a Re Risotto. Cerimonia come sempre davanti ai bambini della scuola d’infanzia più centrale della città. Una tradizione ormai consolidata: «È un piacere portare avanti la tradizione gallaratese, che nasce nel 1995 in occasione del maxirisotto da Guinness dei Primati» ha detto Filiberti-Re Risotto, perfettamente a suo agio nei panni di Re Risotto. «Ringrazio il sindaco che mi ha ceduto le chiavi, non gliele restituirò» ha detto scherzando.
Il sindaco Cassani e la sua giunta (presenti le assessore Allai, Mazzetti e Picchetti) lasceranno ora la gestione della città per tre giorni, per la festa più spensierata dell’anno.
Dalla Pro Loco rinnovato anche l’appello alla partecipazione ad un evento che non vede più i fasti di un tempo, con un pizzico di delusione: «Se non ci partecipano i gallaratesi, noi non sappiamo cosa fare» ha detto il presidente Vittorio Pizzolato. La Pro Loco deve fare fronte all’organizzazione di eventi che diventa più complicata (vedi il numero chiuso introdotto quest’anno per la gioeubia) e Pizzolato ha voluto forse esprimere una certa fatica, sottolineando anche come «partecipano alcuni oratori, ma non tutti, e partecipano alcune scuole, ma non tutte».
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