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“Se non è stata corruzione è stato traffico d’influenze”. Il pm ricorre in appello contro l’assoluzione di Orrigoni

Il pm Silvia Bonardi ha depositato l'appello per alcuni imputati del processo Mensa dei poveri tra i quali il patron di Tigros che era stato pienamente assolto in primo grado

aula tribunale milano processo mensa dei poveri

La Procura di Milano ha depositato la richiesta di appello per alcuni degli imputati del processo Mensa dei poveri, tra questi c’è anche l’imprenditore varesino patron di Tigros, Paolo Orrigoni, assolto in primo grado dall’accusa di corruzione.

Il pubblico ministero Silvia Bonardi, alla luce delle motivazioni espresse dai giudici di primo grado, chiede il processo per l’imprenditore per traffico d’influenze. L’attenzione della Procura è concentrata sulla vicenda della realizzazione di un nuovo supermercato nell’area di via Cadore di proprietà di Pier Tonetti (che aveva patteggiato per corruzione, ndr) attraverso una dazione di danaro che – secondo l’accusa – era stata mascherata da prestazione professionale nei confronti dell’allora coordinatore di Forza Italia a Gallarate, Alberto Bilardo.

Scrive il pm a sostegno della sua tesi: «E’ evidente che Orrigoni, imprenditore molto ben inserito nelle dinamiche politiche locali e stretto conoscitore dell’influenza di Caianiello e Bilardo sulle pubbliche determinazioni promette di condividere il pagamento di quest’ultimo, anticipato da Tonetti, per ottenere un risultato che nei lunghi anni precedenti non era stato possibile raggiungere. Se quindi non si contesta la decisione del Tribunale, secondo il quale è mancata la prova in dibattimento della consapevolezza di Orrigoni di corrompere un pubblico ufficiale, si ritiene provata la coscienza e volontà dello stesso di pagare un intermediario politico – Bilardo – per ottenere un risultato confacente agli interessi dei due imprenditori che intendevano sviluppare l’area (Orrigoni e Tonetti). Non si è trattato in alcun modo di una remunerazione di un’attività lobbystica, non disciplinata attualmente nel nostro ordinamento. Si è invece consumata la condivisione della dazione di un importo non dovuto ad un politico per ottenere il risultato illecito di orientare l’azione amministrativa rispetto ai desiderata degli imprenditori. Non a caso, a seguito dell’ emersione di quanto accertato nell’ indagine penale, gli strumenti urbanistici attesi da entrambi gli imprenditori non sono poi stati definitivamente applicati alla porzione di territorio da trasformare».

Oltre che nei confronti della decisione su Orrigoni, la Procura si è appellata anche nei confronti dell’imprenditore Daniele D’Alfonso (per alcuni capi d’imputazione in cui era stato assolto), del politico di Forza Italia Pietro Tatarella (assolto in primo grado) e di Mauro De Cillis.

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Pubblicato il 29 Febbraio 2024
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