“Aerei di contrabbando”, sequestri a Roma e a Bresso vicino a Milano
L'operazione è partita dalla Procura di Asti: riguarda velivoli stabilmente usati in Italia ma formalmente basati all'estero
Aerei “di contrabbando”, importati di fatto in Italia, anche se formalmente erano in carico a società estere: sono stati tre gli aeromobili sequestrati dalla Guardia di Finanza di Asti, a Roma e alla aviosuperficie di Bresso, il più piccolo degli aeroporti milanesi.
Ad entrare in azione sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo dei tre velivoli, dal valore stimato complessivo di 462.165 euro, su provvedimento del GIP del Tribunale di Asti, per violazione degli artt. 216, 250 e 282 del DPR 23 gennaio 1943 n. 73 (Testo Unico delle Leggi Doganali).
Perché ad Asti?
Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della città piemontese nell’anno 2023 hanno consentito di individuare sul territorio nazionale la presenza di quattro velivoli ad ala fissa, immatricolati formalmente negli Stati Uniti ed intestati a trust esteri, ma che secondo gli elementi raccolti sono risultati presenti stabilmente sul territorio nazionale da oltre sei mesi nella disponibilità di quattro cittadini italiani.
I quattro sono stati indagati per contrabbando da evasione dei diritti di confine per importi superiori a 10mila euro ciascuno e anche per il mancato pagamento di IVA all’importazione per complessivi 119.295 euro (uno di questi velivoli tuttavia non risulta più presente in Italia, ecco perché solo tre sequestri).
Una operazione più ampia dal 2021-2022
L’operazione di oggi costituisce un prosieguo della più vasta indagine che nel biennio 2021-2022 aveva portato al sequestro di altri 17 aeromobili per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Dall’indagine svolta dalle Fiamme gialle astigiane è scaturita un’articolata vicenda giudiziaria, sviluppatasi tramite una richiesta di sequestro preventivo avanzata dal PM nel 2021, accolta dal GIP e annullata dal Tribunale del riesame.
A seguito però di ricorso del Pubblico Ministero, il provvedimento impugnato era stato annullato con rinvio da parte della Corte di Cassazione, con sentenza n. 4979/2022. La Suprema Corte ha ricostruito la vicenda negli esatti termini tracciati dall’Organo requirente ed a seguire il Tribunale del Riesame – nuovamente investito degli atti – ha, recependo quanto disposto dalla Corte di cassazione, decretato il sequestro preventivo sui diciassette aeromobili, vincolo tutt’ora in essere.
I velivoli peraltro sono stati assegnati con facoltà d’uso agli indagati, oggi imputati (dopo la richiesta di rinvio a giudizio del 2023, si deve ancora andare a processo: hanno dovuto pagare una fideiussione da parte loro a favore della Procura della Repubblica per l’importo del valore stimato dei beni in sequestro.
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