Nuova puntata di “la bicicletta argentina”, l’avventura di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi, partiti da Cuggiono (anche) sulle tracce degli emigranti che lasciarono la pianura lombarda sulle sponde del Ticino per andare in Argentina.
Il racconto è di Carlo Motta.
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Miercoles 13 de marzo san José el morro – achiras
58 i Chilometri percorsi e 400 i metri di dislivello salito.

All’uscita dal paese ci attende uno sterrato con terreno reso molto pesante dalla pioggia notturna, difficile ma divertente da pedalare.

Il cielo è plumbeo, tempestoso ma riserva scorci di rara bellezza che meriterebbero di essere immortalati su una tela con in primo piano una crocifissione o almeno una resurrezione.

Sotto questo cielo fosco e coperto di nubi si snocciolano pascoli smisurati, le mandrie di bovini si disperdono tra colline e valli. L’Argentina misura 9 volte l’italia ed il suo territorio è abitato da 44 milioni di persone ovvero il 70% della popolazione che conta il bel paese.

Ad Esquinas torna l’asfalto che ci accompagnerà sino ad achiras ovviamente tra continui saliscendi.

Al confine tra le province argentine, dei veri e propri stati federati, ci sono posti di controllo di polizia, una sorta di dogana dove fermano spesso auto e camiones, le bici non interessano.

Una curiosità. Chissà se in qualche parte del mondo vi è capitato di inveire per la mancanza di bidet: in argentina non avrete problemi, ci sono e hanno anche particolari caratteristiche. Oltre che dalla solita parte l’acqua viene anche spruzzata a getto nel bel mezzo del sanitario così da irrorare direttamente le parti necessarie.

Il primo incontro con questo sistema potrebbe creare un po’ di confusione ma in realtà sono semplici da usare e persino piacevoli: Paese che vai bidèt che trovi, tranne che in Francia!

Ad Achiras ci dedichiamo a lavaggio e manutenzione delle bici ed è subito sera.
Un caro saluto e state in campana.
Carlino