La Corale San Cristoforo porta a Gallarate e Cassano il “Requiem” di John Rutter
Sarà proposto dal coro insieme ad un ensemble di sette elementi e ad un soprano solista
La Corale San Cristoforo, accompagnata da un ensemble di sette strumenti e da un soprano solista e come sempre diretta da Fabio Zambon, proporrà il Requiem di John Rutter, compositore britannico nato nel 1945 autore di numerose composizioni corali.
Due i momenti previsti. Il primo: sabato 23 marzo, alle 21, a Gallarate, alla Basilica Santa Maria Assunta dove la Corale è “di casa”.
Il secondo appuntamento il giorno dopo, domenica 24 marzo, alle 16, alla chiesa di San Giulio di Cassano Magnago.
Il Requiem, che probabilmente è la sua opera più nota, fu scritto nel 1985 e dedicato alla memoria del padre. In quegli anni Rutter stava lavorando ad una terza riedizione della Messa da Requiem di Gabriel Fauré, ed è facile trovare numerosi punti di incontro tra i due capolavori.
Infatti, anche lo stesso Rutter, come Fauré, contrariamente a Requiem precedenti come queli di Mozart e Verdi, decide di porre la propria attenzione non sulla drammaticità e la sofferenza della morte e del lutto ma sulla resurrezione e sul “Requiem”, inteso letteralmente come riposo. Questo sua volontà, espressa sia nella musica ma anche in numerose conferenze e interviste dal compositore, è ben riscontrabile in tutta la durata del Requiem.
Diviso in sette movimenti, utilizzando testi tratti liberamente e principalmente dalla liturgia della Messa latina dei defunti e dai Salmi, questo Requiem è concepito come un vero e proprio viaggio dal dolore della perdita, brevemente reso in musica nelle prime pagine, fino alla luce del movimento conclusivo, che farà risplendere sotto una nuova consapevolezza la parola e il tema musicale associato alla frase “Requiem aeternam”.
Il linguaggio utilizzato dall’autore è di estrema facilità di comprensione, persino ad un primissimo ascolto: caratteristica propria del compositore è infatti quella di dare una rilevanza notevole alla linea melodica.
Interessante, inoltre, è la varietà di approcci musicali alle varie situazioni testuali dei movimenti, che, per meglio assecondarne il significato intrinseco, permettono all’autore di farci ascoltare dei brevi accenni gregoriani ( indicativo il flauto che nel quinto movimento intona il “Victimae Pascali Laudes”, chiaro rimando alla resurrezione) e persino accenni blues nel secondo movimento (Out of the deep – De profundis).
«Siete dunque tutti invitati a questi splendidi concerti, che siamo certi saranno in grado di regalarvi forti emozioni».
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