L’incontro con le storie degli emigranti italiani di Cordoba
Per Carlo Motta ed Enzo Bernasconi l'appuntamento al consolato italiano si trasforma in una sorpresa, prima del "salto" verso Buenos Aires
Nuova puntata di “la bicicletta argentina”, l’avventura di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi, partiti da Cuggiono anche sulle tracce degli emigranti.
Il racconto è di Carlo Motta.
Qui tutte le puntate
Lunes 18 de marzo. Cordoba
Colazione all’undicesimo piano dell’hotel sussex, vista su Cordoba, sotto di noi la plaza San Martin. Anche nel più piccolo pueblo la piazza, la via principale è dedicata al libertador, padre della patria. Ovviamente el libertador dalla corona spagnola, dei nativi non si parla.
Dall’alto Cordoba mostra tanti palazzoni, abbastanza recenti ma poco manutenuti e dall’architettura quanto meno dubbia.
L’interno la cattedrale di rivela nulla di speciale, come dicevo ieri molto per me meglio la chiesa el sagrado corazon. All’uscita veniamo ancora attratti con incredibile forza dai volti stesi al sole di quei ragazzi che non sono riusciti ad invecchiare.
Si, oggi, dopo un po’ di giorni il sole è riuscito a passare le nubi: fa molto caldo e l’umidità è alle stelle.
Alle 12 abbiamo un incontro al consolato italiano di Cordoba, che ha risposto alle nostre sollecitazioni. Andremo a questo appuntamento in bicicletta perché è anche delle nostre particolari due ruote che vogliamo parlare oltre che della ricerca sulla emigrazione italiana. Si vabbe’, andiamo in bici ma io, cosa mi metto? Va bene pantaloni lunghi con l’orlo risvoltato perché non si incastrino nella catena ma come maglia? Ho portato con me quattro magliette. Non mi sembra il caso di presentarmi con una delle due tecniche con loghi date ecc dei trail che ho corso; neppure quella da bici, ormai puzzolente dal fatto che non la lavo da giorni a causa del maltempo. Mi rimane quella nera dei Jetrho Tull, quella con la copertina di acqualung, che riporta un acquarello con la figura intera di un uomo barbuto, dai capelli lunghi, incolti e dallo sguardo allucinato. È l’immagine di un senzatetto sulle rive del tamigi. Due opere d’arte, sia l’ellepi che la copertina: un disco di 50 anni fa che suona ancora con una forza incredibile.
Ma avrebbero capito l’arte di Jan Anderson, il front man della band, il flauto rock per eccellenza e quella del pittore americano Silverman? Mah.
Alla fine decido di acquistare una semplice maglietta in tinta unita. Le scarpe però son quelle da running di un bel colore giallo neppure troppo intenso. La mise di Enzo prevede pantalone corto, sandali e camicia d’ordinanza color cachi. Insomma sembravamo una delegazione uscita dal Quarto stato di Pellizza da Volpedo che sta per essere ricevuta alla camera dei lord.
Nella preparazione del viaggio avevo scritto parecchie mail alle associazioni di discendenti di emigrati italiani, lombardi, piemontesi, friulani. Dove c’erano numeri di telefono anche messaggi whatsapp ma nulla, nessuno mi aveva risposto. Avevo contattato anche lombardi nel mondo, portale di regione Lombardia, ma anche da lì silenzio assoluto.
Mi aspettavo quindi un colloquio di circostanza, breve sbrigativo seppur, ci avevano scritto, con la console in persona.
Invece già all’ingresso siamo stati accolti da una dozzina di persone in rappresentanza delle comunità di emigranti presenti a Cordoba per poi trasferirci tutti nell’ufficio della console. Tra racconti di emigrazione delle persone presenti, del nostro viaggio, descrizione delle biciclette, fotografie ecc è volata un ora e mezza. La console è stata con noi per tutto il tempo partecipando molto interessata alla discussione.
Alla console abbiamo poi donato la bandierina di bicipace che mi accompagna dall’inizio del viaggio. L’esperienza è stata davvero molto interessante ed ho visto un lato che non conoscevo della nostra diplomazia.
Qualche ora dopo ci siamo postati al terminal degli autobus dove hanno imballato le bici che caricheremo sul pullman che ci porterà a Buenos Aires.
La stazione dei bus è molto animata, soprattutto verso sera. Decine e decine di bus partono ogni ora per le destinazioni più disparate, nazionali e internazionali.
In Argentina il trasporto le persone si muovono anzitutto in bus. Esistono anche alcune linee ferroviarie come ad.esempio la cordoba-buenos aires che in alcuni giorni della settimana, collega le due città. Bello il treno, peccato che ci impieghi esattamente il doppio del bus.
Il nostro bus partirà alle 22.30 con previsto arrivo a BA, alle 7.30 di domattina. Per i lunghi viaggi notturni si usano bus con numero di posti ridotti perche con sedili larghi e imbottiti e quasi completamente reclinabili. Vengono chiamati posti cama (letto); meno comodi sono i posti semi-cama.
Un caro saluto e non dimenticate di stare in campana.
Carlino
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