“Malpensa cambi rotta, serve pianificazione che rispetti salute e qualità della vita”
Nell'ambito della discussione sulle nuove rotte interviene l'Unione dei Comitati di Malpensa: "Questo aeroporto deve avere un’ assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini perché qui non si tratta di guerre tra poveri o spostare il problema"
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Uni.Co.Mal. Lombardia nell’ambito del dibattito sulle modifiche alle rotte di decollo di Malpensa
Malpensa cambi rotta
Giovedì scorso a Golasecca si è svolto un incontro dove si è parlato delle nuove rotte sperimentali che verranno applicate sugli aerei in fase di decollo ed atterraggio dall’aeroporto di Malpensa; si è trattato più di una presentazione dove tutto era già stato deciso da SEA ed ENAC senza ascoltare le esigenze della cittadinanza che subirà i disagi provocati da tali scelte.
Si è letto sulla stampa locale che quella delle rotte è una guerra tra poveri il cui effetto è il NIMBY (not in my backyard , non nel mio cortile) ma secondo Uni.Co.Mal la realtà su questo specifico tema va affrontata in maniera totalmente diversa. In questi 25 anni di presenza di Malpensa questo territorio ha sempre dato tanto al suo sviluppo infatti se si ripercorre la storia di Malpensa dalla sua nascita con “ Malpensa 2000” ci si accorge che per la sua realizzazione addirittura si sono delocalizzate le popolazioni per dare spazio all’aeroporto e che per realizzare i collegamenti, ancora oggi in atto,sono state cedute porzione di aree boschive ed agricole vergini , senza trascurare la questione economica dove per 25 anni la società di gestione SEA, con il maggior azionista Comune di Milano, ha prodotto dividendi azionari milionari senza mai destinare parte di queste risorse ai territori sotto forma di compensazioni e mitigazione dei disagi subiti.
Unicomal ha sempre richiesto a SEA i dati puntuali, non le medie, sul rumore aereo per aereo con i tracciati radar in modo da valutare la rumorosità di ogni singolo velivolo dati che sono sempre sono stati negati (tra l’altro dovrebbero essere resi pubblici) e ha espresso critiche sul posizionamento delle centraline di rilevamento acustico e sull’inquinamento atmosferico.
Ora a fronte delle decisioni prese in via sperimentale sulla questione delle rotte aeree , in mancanza di una seria pianificazione e programmazione regionale sul trasporto aereo, va ricordato che non esiste un piano aeroportuale integrato in Lombardia, vista la presenza in Lombardia di altri aeroporti e sottolineando che in passato questo territorio ha dato tanto a Malpensa per il suo sviluppo in termini di infrastrutture , cementificazione e distruzione di aree naturali . Questo è il momento in cui anche Sea riconosca i suoi limiti restituendo la qualità della vita fin troppo negata ,delocalizzando i voli aerei e riducendo gli ulteriori disagi a cui la popolazione locale è costantemente sottoposta.Le previsioni del traffico aereo per il 2035 è di aumentare di oltre il 35% i traffico passeggeri per non parlare del’aumento cargo e dell’aviazione civile e questo avviene in una situazione già insostenibile.
Questo aeroporto deve avere un’ assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini perché qui non si tratta di guerre tra poveri o spostare il problema dal punto A al punto B per poi tornare al punto A se non funziona la sperimentazione ma di fare una pianificazione e una programmazione seria ed integrata a lungo raggio su tutto il territorio lombardo nel rispetto della salute e della qualità di vita per coloro che vi abitano magari da generazioni.
Uni.Co.Mal. Lombardia Il direttivo
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