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Una borsa di banconote “patacca”, 53mila euro falsi per portar via sei Rolex a Gallarate

Truffa con modalità "rip deal" sull'asse Valencia-Malpensa. La trappola scattata in un hotel di Gallarate nel gennaio scorso, ma la Polizia è riuscita a trovare il responsabile

Generico 25 Mar 2024

“Pagano” sei Rolex con 53mila euro di soldi falsi, ma la truffa con tecnica rip deal non va a segno, grazie alle indagini della Polizia di Gallarate.

La truffa rip deal consiste di fatto in un cambio valuta “sporco”. Gli autori si fanno consegnare dalla vittima del denaro autentico o beni di valore, in cambio di una somma dal valore maggiore in un’altra valuta, estremamente vantaggiosa, che in seguito risulterà falsa o con valore minore. Solitamente, i truffatori consegnano alle vittime denaro falso, banconote annerite o carta straccia, coperta solo in superficie da banconote vere.

E così è andata a Gallarate, con la truffa ben pensata e portata a compimento in una albergo della città vicino all’aeroporto di Milano Malpensa.
È successo il 23 gennaio scorso: al Commissariato cittadino è arrivata una richiesta d’intervento da parte del personale di un albergo cittadino: un cliente dell’hotel, cittadino spagnolo, diceva di essere stato appena derubato di sei orologi marca Rolex.

La vicenda era iniziata molti mesi prima, nel mese di aprile del 2023: in quel momento lo spagnolo aveva messo in vendita, su un noto portale, un orologio Rolex 1675 GMT per un prezzo di 20mila euro.

Nei giorni immediatamente successivi è stato contattato da un uomo, presentatosi come un intermediario di orologi di lusso svizzero che gli proponeva di effettuare la trattativa fuori dal portale, che avrebbe sì garantito la buona riuscita dell’operazione, ma che per tale servizio si sarebbe trattenuto una commissione.

La vittima proponeva al sedicente commerciante svizzero la vendita di altri cinque orologi, sempre marcati Rolex, chiedendo un prezzo complessivo di 53mila euro per tutti e sei gli orologi. Un affare per tutti, evitando commissioni esterne, peccato che la truffa era dietro l’angolo.

Dopo vari mesi di trattativa e due incontri preliminari avvenuti nella città spagnola di Valencia, venditore e compratore fissavano l’appuntamento definitivo per il giorno 23 gennaio a Gallarate. L’acquirente si premurava di pagare il volo dalla Spagna, l’albergo alla vittima e l’affitto di una sala riunioni all’interno del medesimo albergo.

La vittima è così arrivata a Gallarate, insieme ad un’amica. Nella tarda mattinata si è presentato in albergo il compratore, insieme ad un complice. Il complice è andato all’interno della sala riunioni, mentre il compratore teneva le “trattative” con lo spagnolo e la sua amica, spiegando loro come si sarebbe svolta la l’operazione, che prevedeva il pagamento dell’intera cifra in contanti.

A questo punto, vittima ed acquirente si sono recati dal complice nella sala riunioni, mentre l’amica della vittima ritornava in camera con gli orologi. Nella sala riunioni era già stata posizionata sulla scrivania in vetro una macchinetta conta soldi ed una apparecchiatura per controllare l’autenticità delle banconote. La vittima ha contato accuratamente le banconote, riposte dall’acquirente all’interno di una borsetta. Alla fine del conteggio delle banconote, la borsetta è stata poi sigillata con del nastro adesivo trasparente e trattenuta dall’acquirente.

Alla consegna degli orologi (recuperati dalla amica della vittima) l’acquirente ha consegnato la borsa con i soldi alla vittima. Poi con un escamotage la vittima si è allontanata dall’albergo lasciando sola la coppia. Rientrati in camera e, dopo avere aperto la borsetta, i due venditori hanno però scoperto che questa conteneva tutte banconote fac-simile al di fuori di sette banconote (vere) da 100 euro.

I rilievi della Polizia Scientifica hanno permesso di isolare le impronte digitali sul tavolo della sala riunioni: uno dei due truffatori è stato così identificato, un uomo di 30 anni, di origini sinti, domiciliato in un Comune limitrofo a Gallarate.

Coordinati dalla Procura delle Repubblica di Busto Arsizio, gli agenti del commissariato diretto da Luigi Marsico hanno acquisite le immagini dell’albergo e della videosorveglianza cittadina, che hanno permesso di identificare l’autovettura su cui i due truffatori si erano dileguati.

Venerdì 20 marzo 2024, su delega dell’autorità giudiziaria di Busto Arsizio ed a chiusura dell’indagine, sono state effettuate due perquisizioni domiciliari, che hanno permesso di sequestrare l’abbigliamento di uno dei due truffatori, ulteriore elemento di prova da portare a processo.

Pubblicato il 25 Marzo 2024
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