Voleva prendersi un locale di Busto Arsizio con la forza. Francesco Nicastro deve tornare in carcere
Insieme al padre Dario e ad un altro affiliato partecipò ad un pestaggio al titolare di un locale nel 2021. Il tribunale della libertà ha accolto la richiesta della Procura e ha deciso che deve tornare in carcere
Francesco Nicastro deve tornare in carcere, secondo il tribunale della libertà. Il nipote di Fabio Nicastro, noto esponente del clan Rinzivillo già condannato per l’omicidio di Salvatore D’Aleo ed ex-collaboratore di giustizia, era stato sottoposta a misura cautelare in carcere nell’ambito della maxi-inchiesta della Dda di Milano coordinata dal sostituto procuratore Alessandra Cerreti sul cosiddetto sistema mafioso lombardo che aveva portato a 153 ordinanze di custodia cautelare delle quali 11 in carcere, nell’ottobre del 2023.
L’inchiesta Hydra
L’inchiesta aveva fatto emergere un vero e proprio patto d’affari tra affiliati di diverse famiglie e di diverse organizzazioni (camorra, ‘ndrangheta e mafia) che gestivano insieme cooperative, società immobiliari, imprese edili, traffico di droga e rapporti con alcuni esponenti della politica. Le basi erano tra Dairago/Busto Garolfo, Cinisello Balsamo e Abbiategrasso.
Il ritorno dei Nicastro di Gela
Secondo la direzione distrettuale antimafia il giovane rampollo della famiglia gelese, vicina al clan Rinzivillo di Caltanissetta, avrebbe effettuato un tentativo di estorsione insieme al padre per ottenere la vendita di un locale di Busto Arsizio ad una cifra stabilita da loro non superiore a 50 mila euro. Nel maggio del 2021, infatti, si introdussero (Dario e Francesco Nicastro insieme a Rosario Bonvissuto) nel locale e picchiarono selvaggiamente il proprietario (38 giorni di prognosi), reo di aver vietato l’ingresso al giovane nelle sere precedenti.
La “guerra” tra gip e Dda
Secondo il Gip, che dopo solo 13 giorni accolse la richiesta di scarcerazione dei legali, si trattò solo di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, poco più che una lite. Ma la Procura ha fatto appello e ha riottenuto la misura più restrittiva. Per il momento Nicastro rimane ai domiciliari con braccialetto elettronico e si dovrà attendere la scadenza dei termini per il ricorso in Cassazione, scaduti i quali dovrà tornare in carcere.
L’incursione nel locale
La sera del 18 maggio 2021 i tre aggredirono il proprietario rompendogli il setto nasale e varie ossa della faccia e subito dopo lo minacciarono: “Se tu vai dai carabinieri… io ti brucio!…a Busto… comando io… tu fai quello che dico io – a Busto comando io! Tu fai quello che dico io, mio figlio entra qua a qualsiasi ora e quando vuole! E tu lo fai entrare! Perché se no ti brucio vivo!”. Nonostante le minacce, il giorno dopo, l’uomo si recò dai carabinieri per formalizzare la denuncia, raccontando tutta una serie di episodi di minacce e percosse che andava avanti da mesi.
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