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Cassano assente da Sieco. “Ci dicano subito se vogliono uscire o restare”

L'amministrazione di Cassano Magnago non ha ancora rinnovato il contratto e ha disertato il confronto con gli altri sindaci. Che insieme si presentano per lanciare l'allarme. Rischio di aumenti della Tari in tanti Comuni

Sieco

Il Comune di Cassano Magnago è “indeciso” se rimanere o meno con Sieco (la società che gestisce raccolta rifiuti e igiene urbana), l’amministrazione diserta i momenti con gli altri Comuni e gli altri sindaci sono davvero preoccupati e stavolta reagiscono compatti, presentandosi tutti (salvo Caronno Varesino, Comune commissariato) insieme in conferenza stampa. «Noi ci aspettiamo da Cassano una decisione definitiva» dice Anna Pugliese, sindaca di Cairate, presidente dell’ufficio coordinamento tra sindaci. Insomma: decidano se rimanere o meno, ma lo dicano in modo chiaro.

Da mesi da Cassano arrivano o filtrano preoccupazioni su Sieco, l’ultima uscita è stata quella conferenza stampa in cui l’amministrazione ha detto che è delusa da Sieco, dopo aver già comunicato alla società l’affidamento del servizio non per sette ma per un solo anno.

Ma soprattutto Cassano – denunciano gli altri sindaci – ha lasciato nell’indeterminatezza la sua decisione. All’ultima riunione tra amministrazioni, «Cassano non si è presentata, una mancanza di rispetto» dice Clara Dalla Pozza, sindaca di Lonate Ceppino. «Che Cassano non si sia presentato ci ha lasciato basiti».

Era un momento pensato per chiarire il destino di Cassano e, insieme, di Sieco.
«Il 4 di aprile da Cassano ci è arrivata la notizia che c’è l’intenzione di rinnovare il contratto di un solo anno e non di sette» dice Silvano Martelozzo, sindaco di Castelseprio. «Noi tutti sindaci stavamo andando in consiglio comunale. Ma se Cassano esce, rischia di pesare sui nostri piccoli Comuni».

Perché?
Perché Cassano Magnago vale 2,3 milioni euro su 8,1 di fatturato (bilancio 2022), in termini di servizio vale 22 dipendenti su 90. E se venisse meno si dovrebbe rifare tutto il Piano Economico Finanziario, perché Sieco rimarrebbe in capo (investimenti compresi) agli altri Comuni. Quindi, quanti soldi? «Solo ricalcolare significa costi in più per 410mila euro su altri Comuni» quantifica Anna Pugliese, «significherebbe un incremento della Tari dal 13 al 18%».

Cassano oltre la proroga

L’aspetto paradossale e che come detto tutti i Comuni avevano già pronti i conti da portare in consiglio comunale: la comunicazione di Cassano (di limitare da sette anni a uno l’ affidamento) «ci ha spiazzato», dice il sindaco di Brunello Andrea Dall’Osto. «Per fortuna è arrivata la proroga fino al 30 giugno per la Tari», provvedimento governativo che in questo caso fornisce un po’ di “ossigeno” ai Comuni interessati.

Per adesso, tra l’altro, Cassano Magnago viene servita da Sieco al di là dei termini: Cassano aveva chiesto una proroga del servizio fino al 31 marzo, si è metà aprile e la società va avanti lo stesso a garantire il servizio, ma formalmente senza copertura. «Una proroga della proroga per Legge non si può fare, è stata fatta una determina comunale, vero, ma è un atto unilaterale» incalza Pugliese. «Sieco continua a fare un servizio primario, ma intanto non sappiamo neppure che intenzione hanno».

Cassano libera di scegliere. Ma scelga

E quindi? Alla fine i sindaci degli altri Comuni ribadiscono la loro richiesta: che Cassano scelga, senza ulteriori dilazioni, per permettere agli altri Comuni di continuare a programmare e di “assorbire il colpo” nel caso Cassano si sfilasse.
«Noi non mettiamo in discussione la eventuale scelta. È che siamo ben oltre i termini» dice ancora Pugliese. «Anche Castellanza ha deciso per un recesso, ma il sindaco Cerini ha proceduto con correttezza», nei tempi.

«Chiunque può cambiare ma deve farlo nel rispetto delle norme, degli altri soci e anche dei dipendenti». Questo è un aspetto delicato, perché rischia di innescare una nuova vertenza e anche di destabilizzare i dipendenti: qualcuno potrebbe cercare nel frattempo un altro posto, se lo scenario rimane poco definito.

I sindaci: Sieco società sana, a chi conviene il passo indietro di Cassano?

Alla conferenza stampa erano presenti anche diversi esponenti  (Massimo Temporiti della Lega, Stefania Passiu, Osvaldo Coghi) dell’opposizione cassanese che anche in passato ha sollevato interrogativi su Sieco e oggi vuole capire.
I sindaci dei diversi Comuni comunque ribadiscono la qualità del servizio, dopo una fase di trasformazione:  «Come nuovi soci ci siamo accorti che c’era in corso una riorganizzazione di Sieco con i disservizi derivanti, ma la gestione è stata proprio impeccabile» dice Barbara Carabelli, sindaca di Carnago, uno dei Comuni (con Brunello e Gazzada Schianno) che hanno lasciato Coinger. «Sieco sta lavorando bene»

Dal punto di vista dei sindaci la mossa (o le non-mosse) di Cassano Magnago non fanno bene alla società, né ai Comuni, né forse alla stessa Cassano. Forse Cassano si è fatta sorprendere dalle sue stesse decisioni di rinvio? Forse le polemiche politiche hanno spinto verso un atto troppo azzardato? Perché l’amministrazione non si presenta?
E alla fine Silvano Martelozzo di Castelseprio pone di nuovo la questione: «La domanda è: cui prodest? A chi conviene?».

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 22 Aprile 2024
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