Lorenzo Aspesi con “Per Cardano” guarda a una Cardano per tutte le età
Ex manager, è il candidato sindaco sostenuto da Progetto Cardano, Pd e la sinistra di Cardano È. Ha con sé un gruppo di cento persone che ha lavorato per "cluster d'età" per risposte per ogni fascia
Parte la campagna elettorale di Lorenzo Aspesi a Cardano al Campo.
Parte la campagna elettorale, anche se il lavoro preparatorio è in corso già da settimane, «un’azione nata dal basso, novanta cardanesi che hanno animato undici tavoli di lavoro, affrontati per cluster d’età» dice il candidato della lista che si chiama Per Cardano e che si propone in alternativa al centrodestra dei partiti (che sostiene Giacomo Iametti).
«Compio oggi 66 anni, ho capito che è giunto il momento per mettere a disposizione le mie competenze per la città» spiega Aspesi. «La scorsa estate ho avuto il privilegio di entrare a contatto con le voci dell’attuale minoranza, Progetto Cardano e Cardano È, per immaginare un percorso alternativo necessario di fronte alla situazione dell’attuale amministrazione».
Residente al Cuoricino («una delle tre “tende”» che compaiono nel simbolo del Comune), viene da «una famiglia profondamente cardanese». «Ho iniziato a partecipare attivamente a Cardano quando mio figlio ha iniziato a frequentare l’oratorio. Il mio impegno sociale è iniziato a Crenna dove vivevo da bambino, nel 1982 ho fatto il servizio civile in quello che sarebbe diventato il Melo».
Laureato nel 1984 in scienze e tecnologie alimentari, ha avuto una carriera in multinazionali del settore in Italia ma anche in India, in Canada. Da un punto di vista amministrativo, è stato presidente del consiglio e assessore al bilancio nell’amministrazione di Mario Aspesi, poi si è invece dedicato a ruoli nell’associazione di categoria dei tecnologi alimentari. Dal 2019 è nell’organo di vigilanza della cooperariva il Seme e nella cooperativa La Baraggia a Masserano (attiva nel settore alimentare).
Perché Lorenzo Aspesi si candida sindaco a Cardano al Campo?
Il giudizio sul centrodestra (il cui sindaco in carica, Maurizio Colombo, non si ricandida) è duro e parla di «inadeguatezza» e «approssimazione», di una «sensazione di abbandono» che «viene trasferita ai cittadini e sta producendo disaffezione verso vita pubblica e il vivere insieme».
A questo clima Aspesi contrappone un «viaggio di ascolto e condivisione»: «Ho riscontrato fortissima volontà di collaborazione, un’azione nata dal basso, con novanta cardanesi che hanno animato undici tavoli di lavoro, affrontati per cluster d’età. Questa attenzione alle diverse cluster d’età è un elemento nuovo. Capillari per argomento ma soprattutto per cluster d’età».
Una lista su tre componenti
Aspesi sottolinea come elemento centrale la vocazione civica: «Nell’incontro con 90 persone abbiamo voluto presentare il nostro modo di fare politica. Oggi in Italia siamo troppo segnati dalla necessità di collocarci in uno schieramento a destra e sinistra, ma io stesso non trovo un partito in cui collocarmi dal punto di vista elettorale. Sono straconvintoche anche la politica è in una fase di transizione, vediamo innamoramenti del 40% che poi svaniscono. Noi a Cardano vogliamo lavorare su un altro piano».
È vero che Giacomo Iametti, oggi candidato sindaco del centrodestra, ha partecipato a lungo al tavolo di Per Cardano? Cosa è successo dopo?
«Sì, è vero che era al tavolo. Quello che è successo dovreste chiederlo, più che a me, a lui».
Se la componente vicina a Iametti e Forza Italia si è sganciata, in Per Cardano rimangono tre radici politiche: la sinistra varia e composita che viene da Cardano È (la lista costruita nel 2019), il Partito Democratico (presente anche l’ex sindaco Bellora) e infine il gruppo centrista e civico di Cardanoincomune, che viene da un’esperienza ormai “storica”, da oltre un decennio, passata anche dalla candidatura a sindaco di due donne, Laura Clerici e Michela Marchese.
La lista e il programma
«La lista è quasi pronta, ci stiamo riservando ancora qualche margine» dice, rispondendo alla domanda sui nomi. «Il programma invece grazie agli undici tavoli e pressoché completo» (una “plenaria” è prevista questa sera, lunedì 8 aprile).
Al centro c’è un’idea a cui è affezionato: «Vogliamo lavorare per cluster d’età». Cosa significa? «La popolazione cambia e la proposta di chi governa il territorio deve cambiare, conoscendo i propri cittadini».
Di fronte ad una sfida che non è certamente solo locale, di fronte all’invecchiamento della popolazione, alla denatalità, al rarefarsi delle fasce più giovani della popolazione, meno protagoniste della società e soprattutto della vita pubblica.
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