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Melita in carcere, sentenza definitiva a 10 anni dall’omicidio del marito Antonino Faraci a Somma

L'omicidio risale al 12 aprile del 2014. Dopo un lungo processo e sentenze annullate, scatta l'esecuzione della pena per la moglie: i carabinieri l'hanno prelevata dalla sua abitazione di Fagnano

melina aita

Sono passati dieci anni esatti: a una decennio di distanza dall’omicidio di Antonino Faraci in via Briante a Somma Lombardo, per la moglie Melita Aita si aprono le porte del carcere, dove dovrà espiare la sentenza d’ergastolo.

I Carabinieri di Fagnano Olona hanno dato esecuzione
all’ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio Esecuzioni penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Milano, nei confronti di Melita Aita, 74 anni, condannata in via definitiva all’ergastolo per la commissione in concorso con altra persona dell’omicidio del marito Faraci
Antonino.

Le indagini furono allora condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Varese e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio. Quel giorno, presumibilmente tra le 19 e 19:30, Faraci era stato rinvenuto cadavere all’interno della propria abitazione di Somma Lombardo (qui il primo racconto di quella sera).

Si scoprirà in seguito, attraverso gli accertamenti medico legali, che l’uomo era stato ucciso con un’arma da taglio ed altri oggetti.
Le complesse indagini consentirono di individuare i colpevoli nella moglie, allora 65enne, e in due uomini, di nazionalità tunisina, rispettivamente allora di 38 e 37 anni, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del delitto di omicidio aggravato e del reato di simulazione di reato poiché, per nascondere le tracce e sviare le indagini, simularono la commissione di una rapina all’interno dell’abitazione della vittima, mettendo in disordine alcuni cassetti ed oggetti in diverse stanze della casa.

La donna venne arrestata il 19 aprile 2014, ovvero appena una settimana dopo l’omicidio, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio. I due uomini scapparono, invece, in Tunisia subito dopo l’omicidio e non sono mai stati rintracciati.

Il lungo e complesso iter giudiziario lungo ha visto i tre condannati all’ergastolo in primo grado, assolti in un primo appello nel 2022; nuovamente condannati all’ergastolo nel secondo appello, celebrato in seguito del ricorso della Procura Generale di Milano (ad esclusione di uno dei due tunisini, 37 enne, assolto).

Ora, in seguito al rigetto del ricorso della Corte Suprema di Cassazione dello scorso 26 marzo 2024, la sentenza di condanna nei confronti della donna è divenuta definitiva. Per tale motivo, ieri è stata data esecuzione all’Ordine di Carcerazione e la donna è stata associata alla Casa Circondariale di Como, ove dovrà appunto scontare la pena dell’ergastolo.

Pubblicato il 13 Aprile 2024
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