Omicidio di Andrea Bossi, Douglas Carolo interrogato: “Mi aiutava. Perchè ucciderlo?”
Il giovane, in carcere con l'accusa di aver ucciso l'amico insieme a Michele Caglioni, a Cairate è tornato a fornire una sua versione e questa volta ha ricostruito l'intera vicenda: "Non ho parlato per i miei precedenti"
Douglas Carolo, il 20enne accusato di aver ucciso Andrea Bossi insieme a Michele Caglioni la sera del 26 gennaio scorso nell’abitazione della vittima, ha parlato per 2 ore e mezza davanti al sostituto procuratore Francesca Parola a poco più di un mese dall’arresto. E si è detto, ancora una volta, innocente.
In silenzio per la paura di perdere la messa alla prova
Dai legali Vincenzo Sparaco e Gian Battista Rona, qualcosa di quanto dichiarato dal giovane è trapelato: «Douglas ora è un po’ più sollevato. È rimasto zitto per un mese prima e dopo l’arresto per via dei suoi precedenti e della messa alla prova che scade a maggio e poi ha parlato con gli psicologi del carcere che lo hanno aiutato a mettere ordine nella sua mente per lungo tempo confusa e frastornata».
Il rapporto tra Douglas e Andrea Bossi: i regali, le avances e il pugno
Il ragazzo avrebbe chiarito molto il rapporto con Andrea Bossi sostenendo di essere dispiaciuto per la sua morte poichè erano molto amici e che Bossi, omosessuale dichiarato, provava un sentimento per lui non lesinando regali costosi, prestiti di soldi ed elargizioni di hashish.
Ogni tanto Bossi avrebbe fatto qualche avance, sempre respinte da Douglas, al punto che una sera di novembre dello scorso anno lo avrebbe colpito con un pugno perchè ci avrebbe provato in maniera troppo esplicita, circostanza nota agli inquirenti e che Douglas non ha potuto negare.
Il racconto di quella maledetta sera di gennaio
Douglas ha spiegato anche perchè quella sera è andato da Bossi: sarebbe andato ancora una volta a chiedere soldi perchè doveva restituirli ad altre persone e li aveva chiesti a lui.Ma al pm il giovane di Samarate avrebbe detto che quella sera non ha impugnato lui il coltello (secondo l’autopsia a serramanico) che ha reciso la gola del 26enne di Fagnano Olona. I legali non si spingono a dire se, a questo punto, Douglas avrebbe accusato l’amico dato che è pacifico che quella sera sono le uniche due persone entrate in casa di Andrea ma, escludendo se stesso, non è possibile pensare che abbia indicato qualcun’altro se non Michele Caglioni. Smentite, dunque, anche le minacce a Caglioni e il danneggiamento del portone di casa da parte sua.
L’arma del delitto da cercare nei campi
Infine Carolo avrebbe dato indicazioni su dove potrebbe trovarsi l’arma del delitto sostenendo che non sia stata gettata in un tombino ma si troverebbe nella zona dove stati ritrovati gli altri oggetti. Una circostanza che dovrà essere verificata in maniera approfondita e che, se vera, potrebbe essere l’unico appiglio per il giovane in attesa dei risultati degli accertamenti tecnici sui telefoni e scientifici da parte del Ris.
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