Sequestrati beni per 9,5 milioni di euro all’imprenditore della ‘ndrangheta di Legnano e Lonate
A Maurizio Ponzoni, arrestato nel marzo del 2023 insieme ad altri soggetti vicini ai clan di 'ndrangheta tra Varesotto e Legnanese, sono stati sequestrati 96 immobili, due auto e 265 mila euro sui conti correnti
È un vero e proprio maxi-sequestro di beni quello messo in atto ieri, mercoledì, dalla Procura della Repubblica di Milano eseguito dai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria.
Si tratta di 96 immobili sparsi nei comuni di Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Castellaneta, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese, Pero, Turate, Oggiono, Cassano Magnago, di due autovetture e di altri valori mobili per un valore complessivo di oltre 9.500.000 euro.
Secondo gli inquirenti sono tutti riconducibili a Maurizio Ponzoni, imprenditore 58enne residente a Rescaldina, vicino agli ambienti della ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo e finito nell’inchiesta della Dda condotta da sostituti Alessandra Cerreti e Silvia Bonardi che aveva smantellato un gruppo dedito all’acquisizione di aziende in difficoltà economiche che poi facevano fallire dopo averle svuotate di tutti i loro beni, chiedendo e ottenendo anche prestiti con la garanzia dello Stato in epoca covid.
L’imprenditore aveva ricoperto un ruolo apicale nell’associazione a delinquere composta da 33 persone intrattenendo rapporti con soggetti condannati per associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetistico. Il processo nei confronti degli altri appartenenti al gruppo è ancora in corso a Busto Arsizio.
Gli accertamenti che la Procura della Repubblica ha svolto, attraverso i Carabinieri della squadra misura di prevenzione, sul conto del Ponzoni e dei suoi congiunti – partendo da procedimenti che partono dal 2007 – hanno infatti permesso di delineare sul conto dello stesso un quadro di pericolosità sociale ancora attuale e di ricostruire il suo ruolo di amministratore di fatto di un complesso reticolo di società intestate a prestanome, utilizzate per accumulare e schermare l’ingente patrimonio immobiliare, accumulato reinvestendo i capitali illegittimamente conseguiti.
In concomitanza con i sequestri dei beni di cui sopra la Guardia di Finanza di Milano e Varese ha proceduto anche al sequestro di oltre 265.000 euro giacenti nei conti correnti intestati ai prestanome e alle società colpite dal provvedimento del Tribunale di Milano. Contestualmente ai sequestri, è stato notificato al Ponzoni la misura della sorveglianza speciale per la durata di 4 anni.
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