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Voto di scambio e ‘ndrangheta a Ferno, il carabiniere che indagò: “Gesualdi non voleva incontrare De Castro”

Secondo la ricostruzione del luogotenente dei carabinieri che indagò in Krimisa il braccio destro di Rispoli avrebbe tentato di incontrare l'allora sindaco più volte ma questi si oppose

tribunale di busto arsizio

Il processo all’ex-sindaco di Ferno, Filippo Gesualdi, imputato di voto di scambio politico-mafioso dalla direzione distrettuale antimafia è tornato in aula lunedì con il racconto del luogotenente dei carabinieri che ha indagato anche su questo aspetto della complessa vicenda Krimisa tra il 2017 e il 2018.

Da quanto emerge Gesualdi avrebbe evitato accuratamente di incontrare Emanuele De Castro quando questi, braccio destro del boss Vincenzo Rispoli, lo cercava insistentemente per aggiustare le questioni burocratiche relative ad un terreno da trasformare in parcheggio.

Gli addentellati tra la cosca di ‘ndrangheta e l’amministrazione di Ferno erano, secondo gli investigatori, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Enzo Misiano, e l’altro consigliere Alessandro Pozzi. Il primo lo faceva volontariamente, mettendosi a disposizione del boss Giuseppe Spagnolo che accompagnava in giro per il paese e il secondo attraverso le minacce di alcuni esponenti del clan nei suoi confronti. Questi rapporti mostravano un quadro preoccupante di vicinanza tra l’amministrazione e la cosca dei cirotani che cercavano di ottenere trattamenti favorevoli sui loro affari.

Gesualdi, però, avrebbe sempre evitato l’incontro e ogni volta che De Castro mandava Mario Curcio, suo personaggio di fiducia, per avvicinarlo la risposta era sempre la stessa e cioè quella di incontrarsi in ufficio su appuntamento oppure di rivolgersi all’ufficio urbanistica. Addirittura, racconta il luogotenente della Polizia giudiziaria, Gesualdi andò a denunciare in maniera informale ai carabinieri di Lonate Pozzolo le pressioni da parte di De Castro.

Pressioni che passavano certamente da Curcio ma anche da Misiano (già condannato per i suoi rapporti con la ‘ndrangheta) e che emergono sicuramente nelle intercettazioni captate durante le indagini come quando De Castro ad un certo punto dice a Misiano la frase che ha mosso un po’ l’inchiesta: «Prima ha chiesto lui e adesso chiediamo noi».

Nella prossima udienza sarà il collaboratore di giustizia Emanuele De Castro a dover spiegare i rapporti con l’allora giunta Gesualdi.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 24 Aprile 2024
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