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“Altro che lista del cavolo”. Luca Macchi presenta la squadra di Samarate al Centro

Il candidato sindaco indica le carenze del centrodestra uscente, indica alcune priorità, replica alle parole di Pino Coluccelli. Brambilla: "Indicazioni del consiglio comunale rimaste senza risposta"

Luca Macchi

«Tutte le liste, anche quello dello 0,5%, meritano rispetto». Lo dice così, Luca Macchi, candidato di Samarate al Centro, in apertura della presentazione della squadra di Samarate al Centro. Quella lista che 24 ore prima Pino Colucelli, di Forza Italia, aveva definito «lista del cavolo», con riferimento ai risultati del 2019.

Nel 2019 Samarate al Centro era alleata proprio di Forza Italia e candidava Alessandra Cariglino, reduce da alcuni mesi da sindaco facente funzioni, dopo il passo indietro di Leonardo Tarantino (dimessosi per andare in Parlamento).

«Avevamo obbiettivo di lungo termine» ha ricordato proprio Cariglino. «Noi come lista avremmo voluto sparire nel tempo – ha detto con un paradosso – perché gli obbiettivi erano raggiunti, ma purtroppo l’amministrazione non li ha portati a compimento.- Ripercorrendo il programma, quasi tutti i punti non sono stati realizzati, se non il piccolo anfiteatro alle scuole elementari di Samarate».

Ecco dunque perché in questo 2024 la lista è pronta a ripartire. E lo fa in modo convincente, in una sala azzurra di Villa Montevecchio piena e con persone all’esterno. Non poco, per una lista che si presenta da sola, senza altre liste collegate.

Dopo il passaggio polemico («e qui chiudo la polemica») con Coluccelli, Macchi ha attaccato sui risultati dell’amministrazione.
«Non è una critica alle persone, ma serve più presenza e un po’ di “sana antipatia”», intesa come fermezza nel portare avanti i progetti e sollecitare gli uffici.

Esempi di cosa non va? «Pensiamo al rinnovo dell’illuminazione, fondamentale anche per la sicurezza: stanno dicendo che stanno partendo. Intanto non sono ancora partiti».

Poi un elemento simbolico: «Inconcepibile che per entrare a palazzo comunale si debba entrare da una porticina e suonare il campanello». E ancora una carenza evidente di Samarate: «L’assessore Orlando si era impegnata a riaprire almeno una delle due sale per eventi culturali, non si è riusciti in cinque anni. Comuni anche ben più piccoli hanno una sala pubblica, una sala consiliare, spazi adatti. Il Parco Primerano da otto anni vandalizzato, forse inagibile. E ancora i problemi sui fondi per il diritto allo studio, sbloccati in primavera quasi a fine scuola, e l’assenza di politiche giovanili incisive». Insufficiente anche l’impegno contro le barriere architettoniche, nonostante la presenza di fondi dedicati.

Poi un attacco sulla situazione dei boschi e l’ambiente, che richiederebbe nuovi strumenti, «convenzioni con privati ma anche con il Parco del Ticino, riprendendo quella attivata dall’amministrazione Solanti».

 

Primi elementi di programma

Priorità?
Macchi cita la necessità di rimettere mano al Pgt: «Abbiamo normative tecniche con errori, sono dieci anni che non ci si mette mano». E ancora un piano per i parcheggi, in particolare nel nucleo centrale di San Macario, con l’idea di «acquisire il terreno di via San Michele Carso, per dare più posti e anche magari per iniziare a pensare qualcosa di diverso in piazza».

E poi un elemento di gestionbe ordinaria tralasciata, secondo Macchi: «Il recupero crediti, non lo dice nessuno perché è un tema scomodo: ci sono 650mila euro di credito da recuperare dagli alloggi popolari, fosse anche solo il 30% che ha recuperato – ad esempio – Castellanza».

Luca Macchi

La buona partecipazione al momento della presentazione è forse anche merito dell’entusiasmo di molti dei candidati consiglieri. «Qui ci sono persone di sinistra e insieme gente che si sente padana» sintetizza Macchi, a proposito del carattere composito del suo gruppo.

Leghista convinto, vecchia maniera, è Maurizio Brambilla, che ha lasciato la Lega ma vuole restare attivo per la sua città e ha parlato di scarsa apertura della giunta di Puricelli: «La giunta ha lavorato un po’ “chiusa”, lo dimostrano le mozioni presentate in consiglio comunale». Tanti richiami rimasti lettera morta, «carta canta» dice Brambilla, mostrando la mazzetta di fogli con il testo delle mozioni.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 17 Maggio 2024
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