Colombo e gli ultimi giorni da sindaco. “Ho voluto bene a Cardano”
L'imprenditore "prestato" alla politica non si ricandida e resta ai margini anche della competizione elettorale. Ma rivendica il lavoro fatto in questi anni, nonostante difficoltà del Covid e della scomparsa dell'assessore che faceva da "perno" per la sua squadra
Sono gli ultimi giorni da sindaco per Maurizio Colombo, primo cittadino di Cardano al Campo, eletto nel 2019, che non si ricandida. Una decisione annunciata tempo fa, in cui hanno pesato i motivi personali e altri più politici.
«Qualcosa a Cardano lo abbiamo lasciato» dice con modestia, presentando il fascicolo con cui rivendita il suo operato da sindaco. Sulla copertina c’è simbolo elettorale del 2019, una collezione anche più ristretta di quella con cui il centrodestra si presenta nel 2024. Quasi a dire che questa è la chiusura di una esperienza quinquennale, senza voler entrare nella campagna elettorale di quest’anno.
«Cardano sappia che le ho voluto bene e ho sempre fatto il bene, è stato un privilegio essere sindaco, un lavoro affascinante», ci racconta. Spiega che si occuperà con passione al suo ruolo in realtà associative che già lo vedono impegnato: «Ora mi dedicherò al direttivo di Leda e di Aisla», le associazioni per i diritti dei disabili e per i malati di Sla.
Imprenditore di lungo corso nel settore dell’oreficeria, Colombo nel 2019 fu designato come esterno in un momento in cui la Lega aveva il vento in poppa: divenne sindaco spodestando il centrosinistra che amministrava il paese da un ventennio. Amministrazione non sopra le righe nei toni (salvo una “naturale” dose di polemica politica), è incappata nel Covid prima e poi anche nell’improvvisa scomparsa di un assessore – Vito Rosiello – che era stato inserito al secondo anno di mandato per dare una “sferzata”, rinnovando una squadra che faticava per mancanza di esperienza. Una morte, quella di Rosiello, che ha profondamente segnato il sindaco, al di là del piano politico.
Colombo snocciola i numeri: 41 consigli comunali, 261 deliberazioni e 693 atti di giunta comunale. Nella pubblicazione c’è il rendiconto di ogni assessorato, una punta di polemica verso i precedenti amministratori, nelle foto di alcune scuole. «Abbiamo realizzato investimenti per diversi milioni di euro, gran parte dei quali non hanno gravato sul bilancio comunale, come i fondi europei e del Pnrr ottenuti grazie alle capacità di programmazione degli uffici comunali. Questi sono solo alcuni dei dati che testimoniano il nostro costante impegno, sempre contraddistinto da sobrietà, con cinque assessori in giunta».
Insiste soprattutto sugli investimenti su strade, scuole, palestre, immobili comunali in genere: «Abbiamo messo a terra 5,4 milioni di euro di opere pubbliche realizzate o già finanziate». In primo piano le scuole, ma anche il rinnovo del municipio (in corso), il progeto di rinnovo e ampliamento del pattinodromo.
«Siamo ritornati in possesso della Casa Paolo VI, dopo aver chiuso un contenzioso lunghissimo, e abbiamo messo a gara il chiosco del parco. Abbiamo messo in sicurezza l’area feste: c’è stata molta polemica sugli alberi abbattuti, ma se fossero stati ancora su avrebbero fatto danni, con le ondate di maltempo che abbiamo visto in seguito. E ora l’area feste è ormai pronta per essere a disposizione di tutti, manca pochissimo».
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