Da Sternatia a Corigliano d’Otranto: affreschi bizantini e incontri inaspettati
Millenarie raffigurazioni, torri che sono arabeschi nel cielo del Salento, ma anche la curiosità delle persone: la seconda tappa del viaggio di un gruppo di camminatori gallaratese
La seconda tappa del viaggio di un gruppo di camminatori di Gallarate, sul Cammino del Salento
Da Sternatia a Corigliano d’Otranto
Lasciamo la graziosa casa che Adele ha adibito a bed&breakfast con l’aiuto di due gallaratesi d’adozione: i genitori, ex dipendenti FS in pensione che hanno vissuto a Gallarate per 25 anni!
Usciamo da Sternatia imboccando strade di campagna che si snodano tra campi di grano e dove troviamo i resti di alcune conchiglie fossili, che ci portano fino a Soleto, piccolo borgo che si rivelerà una piacevolissima sorpresa.
Qui incontriamo Salvatore, che ci fa un breve riepilogo della storia di Soleto e delle sue bellezze artistiche da non perdere.
Ci rechiamo subito a visitare la chiesa di Santo Stefano, che si rivela essere un vero e proprio gioiello con i suoi meravigliosi affreschi di epoca bizantina, ancora ben conservati. Un sentito ringraziamento ad Antonio, che ci ha consentito di visitare la chiesetta, altrimenti chiusa, e a Michelangelo per la gradita “lezione” di storia e spiegazione degli affreschi.
La seconda meraviglia di Soleto è la guglia di Raimondello, voluta dal nobile Raimondello Orsini Dal Balzo, eretta a partire dal 1397. La tradizione ne attribuisce la costruzione all’opera magica di Matteo Tafuri, alchimista e “mago” soletano (anche se realmente egli nacque circa un secolo dopo) e ha alle spalle una curiosa leggenda: si narra infatti che in una notte tempestosa Tafuri desiderò innalzare una torre stupenda che doveva testimoniare ai posteri i suoi straordinari poteri esoterici.
Per realizzare l’ardua opera chiamò a raccolta un vero e proprio esercito di streghe, demoni ed altri spiriti infernali perché lo aiutassero in una sola notte, prima che nascesse l’alba a compiere l’impresa. L’incantesimo si ruppe fatalmente al canto del gallo e i poveri diavoli ritardatari restarono pietrificati, come gargolle, agli angoli del campanile.
Lasciataci alle spalle la guglia con le sue leggende medievali ci indirizziamo verso Galatina.
Qui riusciamo a fare una veloce visita della basilica di Santa Caterina d’Alessandria che, come spiegatoci da Michelangelo, è stata la “risposta” della Chiesa romana all’arrivo in Salento della Chiesa bizantina.
Dopo un meritatissimo pasticciotto, che proprio qui a Galatina ha avuto i natali nel 1700, ripartiamo alla volta di Corigliano d’Otranto.
Appena giunti in paese rimaniamo stupiti di fronte all’imponente Castello de’ Monti, antica fortezza medievale divenuta in seguito a un importante ammodernamento residenza di rappresentanza del duca Francesco Trane.
Km previsti: 20
Km totali: 23
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