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Duecento ragazze e ragazzi si schierano in difesa dei murales della scuola a Gallarate

La protesta spontanea degli studenti in difesa dei murales realizzati nel 2018 e che oggi devono essere cancellati. Anche i docenti sostengono le ragioni

Gli studenti dell’istituto Gadda Rosselli scendono in piazza per difendere i murales realizzati nel 2018, considerati un elemento identitario della scuola e anche un paesaggio urbano che limita il degrado delle scritte vandaliche.

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La protesta per i murales al Gadda Rosselli 4 di 15

Al centro c’è il muro di cinta dell’Aloisianum, l’istituto dei gesuiti che avevano dato il beneplacito – per loro conto – alla realizzazione del murale, poi bocciato dalla Commissione Paesaggio dopo che l’amministrazione comunale ha sollevato la questione dell’autorizzazione urbanistica (partendo però da una segnalazione su un altro murale accanto).

I ragazzi sono scesi su via De Albertis «per impedire o quantomeno ottenere una sospensione» della cancellazione, spiega Roberto Biba, uno dei rappresentanti d’Istituto. «Sono ormai cinque anni che noi ogni giorno entriamo a scuola e vediamo questi murales e pensiamo a quando su questo muro c’erano solo scritte offensive» dice Tommaso Puricelli, altro rappresentante degli studenti della scuola.

murales Gadda Rosselli

La protesta degli studenti accompagna la presa di posizione anche del collegio docenti, che ha espresso rammarico e chiesto di rivedere la decisione. murales Gadda Rosselli

All’inizio la mobilitazione doveva coinvolgere solo i ragazze e ragazzi di quarta e quinta, poi si sono associati anche quelli di altre classi. Sul posto anche alcuni adulti esterni alla scuola, tra cui il consigliere comunale Massimo Gnocchi (presente anche la consigliera Sonia Serati, che è anche docente della scuola). “Mi sarei aspettato anche una presenza di consiglieri di maggioranza, per difendere il principio della libertà di espressione e della partecipazione dei ragazzi” ha commentato Gnocchi. Sul tema giovedì sera il Pd è intervenuto con un video del capogruppo Giovanni Pignataro.

Politica a parte, l’iniziativa resta però soprattutto di ragazze e ragazzi: dalle loro parole emerge che i murales sono considerati sì elemento identitario della scuola ma anche espressione della loro età, segno positivo che vorrebbero tutelato. E la stessa protesta – come sempre accade – diventa un modo di rivendicare partecipazione e voglia di dire la propria. Anche con un murale (un tempo) autorizzato, contrapposto alle scritte spontanee che da almeno tre decenni compaiono sul muro di cinta dell’Aloisianum.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 17 Maggio 2024
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