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Liberty e sostenibile, Carlo Bonomi (Confindustria) visita lo stabilimento Carlsberg di Induno Olona

Il numero uno di viale dell'Astronomia ha raccolto l'invito dell'ad di Carlsberg Italia Olivier Dubost: "Sei mesi fa abbiamo lanciato Ipa, una nove luppoli agrumati, sta letteralmente volando"

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«Sono qui per vedere la fabbrica Carlsberg Italia. Nessun altro commento». Laconico come solo sa esserlo un presidente di Confindustria nazionale a fine mandato, Carlo Bonomi si è presentato puntuale alle 14 all’ingresso del Birrificio Angelo Poretti di Induno Olona dove a riceverlo c’erano l’amministratore delegato di Carlsberg Italia Olivier Dubost.
Lo stabilimento è diventato proprietà di Carlsberg nel 2002. Qui vengono prodotte, nel rispetto delle ricette originali, oltre a tutte le birre del Birrificio Angelo Poretti, anche le birre Carlsberg, Tuborg, Grimbergen e da quest’anno, anche Brooklyn Brewery e 1664 Blanc, l’ultimo grande lancio di successo.
I numeri di Carlsberg Italia: 135 milioni di euro di fatturato, 1,3 milioni di ettolitri di birra prodotti in Italia, 269 dipendenti di cui 104 a Induno Olona.

UN INCONTRO IN FIERA

Galeotto fu l’incontro di Dubost con Bonomi alla fiera di settore di Rimini. In quell’occasione l’ad invitò personalmente il presidente di Confindustria per una visita allo stabilimento di Induno Olona, che oltre ad essere una fabbrica innovativa è anche un bell’esempio di architettura industriale Liberty.
 «Lavoriamo il luppolo e il malto per una produzione di grande qualità – ha detto Dubost -. Siamo stati tra i primi a raccontare il ruolo dei luppoli (ne esistono più di trecento tipi in natura, ndr) per infinite combinazioni esistenti perché ogni luppolo dà un diverso aroma alla birra contribuendo a creare un bouquet unico. Sei mesi fa abbiamo lanciato Ipa, una nove luppoli agrumati: sta letteralmente volando».

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SOSTENIBILE NEL DNA

Il Birrificio Angelo Poretti ha scelto di utilizzare per le proprie ricette una varietà di luppolo coltivato nel nostro Paese e si prefigge anche in futuro l’obiettivo di sostenere sempre più la filiera del luppolo italiano.
Dallo stabilimento di Induno Olona sono scaturite innovazioni importanti,  di prodotto e anche di processo. Ben prima che la sostenibilità diventasse la parola più usata e abusata del vocabolario post-Covid, nella fabbrica Angelo Poretti si agiva già in quella direzione. Da Induno Olona partì nel 2012 la rivoluzione dei contenitori della birra in Pet riciclabili che sostituirono i fusti in acciaio, abbattendo significativamente l’impatto ambientale. «Oggi abbiamo una nuova innovazione – conclude Dubost – si chiama Extra10 ed è un nuovo sistema di spillatura DraughtMaster per i piccoli locali. Presentato in anteprima all’ultimo B&F Attraction di Rimini, questa soluzione garantisce una maggiore qualità e maggiore durata della freschezza del prodotto e la riduzione degli sprechi».
Quella della Carlsberg di Induno Olona è una produzione in linea con gli standard Esg (environmental, social, and governance) di gruppo che punta a zero emissioni di CO2, zero impronta agricola ,zero rifiuti da imballaggio, zero spreco d’acqua, zero consumo irresponsabile e cultura zero incidenti.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 06 Maggio 2024
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