Edi Rama a Busto Arsizio e l’imprenditore arrivato dall’Albania col barcone: “Diciamo grazie all’Italia”
Illy Ujka vive in Italia dal 1997, quando arrivò con la grande ondata migratoria a 15 anni: "Sono a capo di un gruppo industriale: l'Albania deve molto all'Italia e gli albanesi oggi sono integrati"
Mancano pochi giorni all’evento che riunirà la comunità albanese all’e-Work Arena di Busto Arsizio. Il 26 maggio, infatti, il palazzetto di viale Gabardi vedrà la presenza del primo ministro albanese Edi Rama. L’organizzazione ha fatto passi avanti e nei giorni scorsi sono stati presi contatti con tutti gli organi preposti a garantire la sicurezza di un evento di rilievo.
Dietro la macchina organizzativa c’è Ylli Ujka, un imprenditore 43enne che vive a Gallarate con sua moglie e tre figli nati in Italia. Arrivato in Italia nel 1997 su un peschereccio con altre 475 persone e oggi a capo di un gruppo industriale (Gruppo Ida) con quattro stabilimenti sparsi tra Altomilanese e Brianza: «Sono arrivato in Italia da ragazzo e devo tantissimo a questo Paese che mi ha accolto e mi ha dato la possibilità di essere quello che sono oggi – racconta Ylli -. Ho potuto coltivare anche la mia passione per lo sport, il judo, militando in un club di Somma Lombardo e per 15 anni sono stato campione nazionale e capitano della nazionale albanese. A differenza di molti miei colleghi, però, ho sempre lavorato durante la mia carriera sportiva e negli anni sono riuscito a costruire qualcosa di importante».
Il lavoro ha pagato negli anni: «Ho iniziato nel settore tessile come dipendente e poi sono passato nel settore dell’edilizia prima come artigiano, poi come titolare di una grossa impresa edile. Infine sono approdato nel mondo della produzione per l’edilizia e il mio gruppo ha 4 stabilimenti che producono pitture, collanti, vernici, pannelli isolanti. L’ultimo investimento importante lo inaugureremo tra pochi giorni a Casorezzo, una fabbrica di pannelli fotovoltaici completamente robotizzata da 6 mila metri quadri, una scommessa sulla necessità di indipendenza energetica dell’Italia». Insieme al suo socio Cesk Ivanaj, col quale ha condiviso l’avventura imprenditoriale, in tutto dà lavoro a 50 persone.
Ujka fa un ragionamento geopolitico: «L’instabilità mondiale sta riportando alcune produzioni in Italia. Credo sia importante che la produzione del fotovoltaico avvenga qui dopo anni che si è importato dalla Cina. Questo paese è diventato una potenza economica perchè ha sviluppato un sistema industriale che ha creato valore e benessere. Io voglio restituire all’Italia almeno una parte di quello che ho ricevuto e la stessa cosa fanno tanti miei connazionali che ormai contribuiscono non solo all’economia ma anche allo sport e alla cultura dell’Italia. Una dimostrazione l’abbiamo avuta con la finale di Europa League, ieri sera, con Djimsiti capitano dell’Atalanta». Lui stesso è anche presidente della squadra di basket della sua città, che milita nella massima lega albanese e si sta giocando il titolo nazionale.
L’imprenditore albanese è originario di Lezhe, la città dove si sta realizzando il centro di accoglienza per migranti finanziato dal governo italiano e accettato dal governo di Edi Rama: «Troppi albanesi e troppi italiani si sono dimenticati di essere stati a loro volta emigranti. Io questa cosa non la dimentico e quindi sostengo questo progetto perchè l’Italia ha fatto molto per noi albanesi. Dico sempre che dio ci ha dato due mani, una per ricevere e una per dare».
Con Rama condivide questo pensiero di riconoscenza e di gratitudine: «Sostengo il suo governo e credo che questo evento a Busto Arsizio sia molto importante per la comunità albanese perchè si vuole proporre un momento per ricordare il passato e nello stesso tempo guardare al futuro. Credo che Rama rispecchi perfettamente lo spirito albanese, un popolo piccolo ma dal cuore grande. Sono sicuro che il palazzetto sarà pieno».
Ujka ci tiene a ringraziare le autorità locali coinvolte: «Avremo con noi il Prefetto Salvatore Pasquariello, i sindaci di Busto Arsizio, Gallarate e Oggiona Santo Stefano. Ci tengo a ringraziare la Questura di Varese, il Commissariato di Busto, i Vigili del Fuoco, tutta l’amministrazione di Busto Arsizio e il sindaco di Gallarate Andrea Cassani per averci dato una mano ad organizzare questo momento importante per la mia comunità albanese».
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