50 milioni di IVA evasa, un arresto della Finanza di Gallarate per la “truffa carosello”
Le Fiamme Gialle avevano già arrestato due amministratori di società attive nel commercio di materiale informatico. Sequestrati due Rolex e tre fucili
La Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese ha eseguito un terzo arresto nell’ambito di una indagine contro alcuni soggetti che – attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e la creazione di società “cartiere” – sono accusati di aver evaso l’IVA per circa 50 milioni di euro.
L’ambito è quello del commercio di materiale tecnologico e informatico e la modalità è quella della cosiddetta “truffa carosello”: un meccanismo internazionale che sfrutta alcune società (chiamate in gergo “cartiere”) che importano, solo cartolarmente, beni da Paesi membri dell’Unione Europea e li rivendono in Italia senza osservare gli oneri tributari. In questo modo viene immessa sul mercato merce a un prezzo sottocosto, in genere equivalente all’IVA evasa, distorcendo il mercato e mettendo fuori circuito gli altri imprenditori.
In questo caso la persona arrestata – dopo un’ordinanza del GIP del Tribunale di Busto Arsizio su richiesta della Procura Europea – è quella che fungeva da tramite tra le società estere, quelle italiane già individuate (i cui amministratori erano già stati precedentemente arrestati) e i clienti finali della merce acquistata nell’ambito dell’attività fraudolenta.
L’indagine è stata condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate che ha operato sia sotto il profilo amministrativo-tributario e penale sia nel versante dell’antiriciclaggio. Le società coinvolte erano attive nel commercio di air pods, hard disk e hardware informatici: la Procura Europea che ha coordinato le indagini ha permesso di ricostruire l’importazione di oltre 3 milioni di componenti informatici.
Al termine di ulteriori approfondimenti e indagini i finanzieri hanno operato una serie di perquisizioni nei locali in uso alla persona indagata: sono stati rinvenuti due orologi di lusso (marca Rolex – nella foto in apertura) oltre a numerosi smartphone e supporti informatici che si presume siano stati utilizzati per mettere in atto le operazioni di frode. Tra le proprietà sequestrate anche tre fucili: la persona è in possesso di porto d’armi e per questo è stata inoltrata richiesta di ritiro dello stesso.
Evasi 50 milioni di euro: due arresti della Guardia di Finanza di Varese
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