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Alessandro Morosi non si pone limiti: “Voglio provare a vincere la JuniorGP”

Il pilota di Arsago Seprio, 19 anni, corre per il team Aspar punta al titolo iridato: «Due anni fa non ero pronto per il Motomondiale: ora voglio dimostrare di essere cresciuto»

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A 19 anni e mezzo, Alessandro Morosi può coltivare un sogno: quello di lottare sino alla fine per il titolo della JuniorGP, la categoria che è porta di ingresso verso il Motomondiale. Dopo cinque gare (nei weekend di Misano, Estoril e Barcellona) il pilota di Arsago Seprio (nato a Tradate) si trova al terzo posto della graduatoria iridata e si è creato le condizioni per duellare al vertice della categoria.

Dopo un buon 2023 (fu 13° nella classifica finale), Morosi è stato ingaggiato dal Team Aspar – come il leader del campionato, lo spagnolo Marcos Uriarte – e in stagione ha già ottenuto due secondi posti in sella alla sua CF Moto numero 19. Lo abbiamo intervistato, per conoscerlo meglio, prima della trasferta in Portogallo sul circuito dell’Algarve dove sono in programma due gare con in palio punti pesanti.

Alessandro, come è nata la passione per le moto?
«È nato tutto per caso. Da piccolo facevo tanti sport, dal calcio al tennis, passando per il basket: mi piacevano molto gli sport di squadra. Poi una mattina, a 10-11 anni, mi sono svegliato con la voglia e il desiderio di provare a correre in moto. Mio padre, che in passato correva in campionati amatoriali ed era già appassionato di questo mondo, mi ha accontentato e supportato e da lì è cominciato tutto. All’inizio era più un divertimento, poi è diventata una cosa sempre più seria con il passare del tempo».

Si aspettava di iniziare il campionato in modo così brillante?
«Io volevo essere competitivo sin da subito, mi aspettavo di poter essere veloce con il trasferimento nel team Aspar. Diciamo che sono riuscito a sfruttare subito l’occasione di avere una moto ufficiale. Finora ho agguantato due volte il secondo posto, ma mi manca ancora la vittoria. Sono però sicuro che con il duro lavoro e un po’ di pazienza riuscirò a salire sul gradino più alto».

Ha citato Aspar: com’è il rapporto con il nuovo team?
«Con Aspar mi sto trovando molto bene: hanno tanta esperienza e con loro si riesce a lavorare veramente alla grande. Ho instaurato da subito un gran feeling con la squadra e per me questo è fondamentale. La moto funziona davvero benissimo, anche grazie a CF Moto che ci fornisce dei mezzi fantastici».

Due anni fa lei esordì nel Mondiale Moto3 con una wild card. Ci fu qualcosa o qualcuno che la impressionò particolarmente?
«In realtà nel 2022 ero parecchio abbacchiato: non avevo ottenuto grandi risultati in stagione e pertanto devo ammettere che non avevo il livello per una wild card nel Mondiale. Insomma: è stato abbastanza traumatico: a quei livelli sono tutti davvero agguerriti e competitivi. Mi ha impressionato particolarmente Deniz Oncu, non solo per la sua velocità, ma soprattutto per il suo stile di guida spettacolare fatto di grandi traversi. Sono rimasto colpito anche da Izan Guevara, meno appariscente di Oncu, ma tremendamente veloce. Non a caso si è laureato campione del mondo alla fine di quella stagione».

Quanto conta allenarsi su sterrati e terreni accidentati per andare bene in pista?
«In questo sport è importante tutto, bisogna stare attenti a curare ogni dettaglio. Il motociclismo è una disciplina talmente complicata che qualsiasi cosa può aiutarti a migliorare. L’allenamento su moto da cross e trial serve per migliorare la sensibilità sulle pedane e in sella, un punto chiave che spesso ti permette di fare la differenza. Comunque i metodi di allenamento sono soggettivi e variano da pilota a pilota; Pedro Acosta (baby-fenomeno della MotoGP ndr) si allena molto con la moto e poco dal punto di vista fisico ma questo gli permette di arrivare ai weekend di gara pronto. Io personalmente ho bisogno di variare, cioè di alternare allenamenti in moto alla corsa a piedi o alle uscite in bicicletta. Fare il suo stesso tipo di allenamento non mi permetterebbe di arrivare lucido e con la giusta grinta ai weekend di gara».

Chiudiamo con la domanda sull’obiettivo stagionale. E sul sogno che sta coltivando.
«L’obiettivo stagionale, vedendo la posizione attuale di classifica, è quello di vincere il mondiale. Voglio dimostrare di essere cresciuto rispetto al passato. Sarebbe anche un modo per ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre supportato sin dal primo giorno. Il sogno naturalmente è quello di diventare un pilota MotoGP; darò sempre il massimo affinché tutto questo possa realizzarsi un giorno».

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Pubblicato il 18 Giugno 2024
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