Il luogo più dinamico di Busto Arsizio? Il cimitero. Uno specchio dei tempi che cambiano
Sempre meno persone scelgono la sepoltura e sempre meno cittadini li frequentano, a vantaggio della cremazione. Per questo Busto punta su un nuovo forno da 3600 salme all'anno e alla tecnologia per controllare i cimiteri
Sempre meno persone scelgono il cimitero per l’eterno riposo e Busto Arsizio non fa eccezione. Tra monumenti funebri in decadenza, furti di statue e oggetti sacri, costi importanti per gli spazi di sepoltura il numero dei defunti che viene cremato è in continua crescita. Se si pensa ai cimiteri non viene di certo in mente la dinamicità eppure a Busto Arsizio, come altrove, è in atto un vero e proprio cambiamento di mentalità, frutto del cambiamento dei tempi e dei costumi dei cittadini.
Sempre meno sepolture. C’è bisogno di forni crematori efficienti
Lo sa bene anche l’assessore con delega ai cimiteri di Busto Arsizio, Mario Cislaghi, che questa mattina ha annunciato l’iter che porterà alla realizzazione di un nuovo forno crematorio con sala del commiato, predisposto anche per una seconda linea di cremazione: «Attualmente il nostro forno crematorio, tra i più vecchi in Lombardia, può cremare circa 1200 salme all’anno ma col nuovo impianto che andremo a creare vorremmo arrivare a 3600, praticamente un ciclo continuo».
Più controllo sulle procedure con il pubblico
Da pochi giorni, infatti, la gestione del vecchio forno crematorio di via per Samarate è passato in mano ad Agesp Attività Strumentali che ha sostituito l’operatore privato Saie: «Non è solo una questione economica ma anche e soprattutto per avere un controllo pubblico di un’operazione di grande delicatezza. Per quanto riguarda il nuovo impianto, invece, stiamo attendendo l’ok da Regione Lombardia che sicuramente darà l’ok vista la carenza di luoghi per la cremazione in tutto il territorio». Cislaghi ci tiene anche a ringraziare Agesp Attività Strumentali, l’avvocatura del Comune e i dipendenti del suo settore «per l’importante lavoro svolto»
Sala del commiato e la predisposizione per una seconda linea
L’area in cui verrà realizzato il nuovo forno con tanto di sala del commiato per dare un saluto decoroso al proprio caro estinto è proprio a ridosso del muro perimetrale del cimitero principale, dal lato di via per Samarate, a pochi metri dall’attuale.
L’arte funeraria e il rispetto per l’eterno riposo da tutelare
Ma Cislaghi sa bene che c’è tutto un patrimonio da tutelare all’interno dei tre cimiteri cittadini (Busto Arsizio, Sacconago e Borsano), luoghi che vengono frequentati sempre meno e che spesso sono alla mercè di piccoli delinquenti in cerca di oggetti da rivendere: «Finalmente potremo installare le telecamere agli ingressi per controllare meglio questo luogo. Lo facciamo soprattutto per evitare che vengano portate via le statue come è già accaduto».
Sono sempre meno le persone che fanno visita ai propri cari sepolti e sono sempre meno quelle che scelgono la classica tomba con lapide nel terreno, per non parlare delle cappelle di famiglia (con l’eccezione del cimitero di Sacconago dove sono stati chiesti permessi per realizzarne 3) alcune maestose e di un certo pregio artistico-architettonico. Recentemente, ad esempio, sono stati rubati anche gli altri due fucili della prima guerra mondiale (armi che non possono funzionare in alcun modo) dal sacrario dedicato ai caduti in guerra.
Un’app e un totem per trovare il proprio caro estinto
Per rendere più accessibile il camposanto principale, comunque, c’è sempre l’idea di realizzare un’app e posizionare un totem con l’obiettivo di facilitare l’utente a trovare il luogo di sepoltura del proprio caro: «È un’esigenza che ormai la tecnologia può aiutare a risolvere – spiega Cislaghi – anche perchè il cimitero di Busto Arsizio è molto grande e non è facile raccapezzarsi, specie se non si ha l’abitudine di frequentarlo».
Non ci decomponiamo più. Campi speciali per la mineralizzazione
Cambia il cimitero e cambia anche come ci decomponiamo. L’assessore spiega che si sta assistendo ad un fenomeno curioso che è quello dei corpi ancora sostanzialmente integri dopo 15 anni: «Quando li riesumiamo dobbiamo poi seppellirli in un’area speciale con un terreno che favorisca la mineralizzazione e cioè la dissoluzione di tutti i tessuti attorno alle ossa. Pare che questo sia dovuto ai farmaci che si assumono in vita».
Stop ai videoclip
Se i cittadini sono sempre meno sono i musicisti ad apprezzare almeno una parte del cimitero, quella progettata dall’architetto Richino Castiglioni secondo i dettami del cosiddetto “brutalismo”. Dopo il video girato da Emma Marrone nel videoclip di In Italia 2024, la stessa casa di produzione di quel video aveva fatto richiesta per un videoclip di Gianna Nannini (che cantava In Italia con Fabri Fibra nella prima versione del brano) ma l’assessore – dopo le polemiche sollevate in città dopo Emma Marrone, ha deciso di respingere la richiesta.
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