Ottant’anni fa il sacrificio dei cugini Giassi, uccisi dai fascisti
Domenica a Sant'Antonino la commemorazione dei due partigiani della Brigata Gasparotto, catturati alla cascina Leopoldina. Una nuova tappa del percorso della memoria anche nella frazione di Lonate Pozzolo
A Sant’Antonino – frazione di Lonate Pozzolo – domenica 23 giugno si ricorda il sacrificio dei cugini Giassi, Giordano e Giovanni, caduti all’età di vent’anni il 7 luglio del 1944, ottant’anni fa, alla cascina Leopoldina di Cuggiono.
La cerimonia, promossa da Anpi Ferno-Lonate con il patrocinio del Comune, è prevista domenica alle ore 10.00, in piazza Mario Manfrin, il cuore di quello che era il piccolo paese agricolo di Sant’Antonino, oggi divenuto più un quartiere di Lonate.
Era un territorio anomalo per la guerra partigiana: da un lato la zona molto industrializzata del Gallaratese, con diverse caserme, due aeroporti militari (Malpensa e il “Campo della Promessa”) e fabbriche aeronautiche ben presidiate dai repubblichini. Dall’altra la fascia agricola lungo il Ticino: in questa zona era attiva la Brigata Gasparotto, formazione di “azzurri”, d’impronta cattolica e moderata, ma che – come tutte le formazioni – raggruppava poi anche partigiani della zona di ogni tendenza.
«Questa formazione era diretta da Angelo Spezia “Giulin”. Sin dal settembre ’43 la formazione ha operato azioni di disarmo e recupero armi per i comandi partigiani posti in montagna, ha contribuito a trasferire militari sbandati anche stranieri in Svizzera. Ha via via raccolto giovani che non volevano più aderire ai richiami della Rsi».
A Cuggiono un ruolo attivo ha il parroco don Giuseppe Albeni – antifascista da prima del 1943 – ma anche a Lonate Pozzolo il parroco don Antonio Tagliabue si attiva per inviare alcuni giovani alla brigata.
Una delle basi principali della “Gasparotto” era alla cascina Leopoldina di Cuggiono, popoloso cascinale che stava ai margini del grande parco della villa Annoni, allora dei conti Cicogna Mozzoni.
Qui erano accampati i partigiani, al 7 luglio 1944, quando a seguito di un infiltrato vennero catturati nei dintorni i partigiani Carlo Berra e Giovanni Gualdoni. I repubblichini delle legioni Muti e Resega e un reparto della Wehrmacht assediarono la Cascina Leopoldina: Giovanni (ventenne, ferito alle gambe) e Giordano Giassi (24enne) vennero catturati, insieme a Carlo Berra – trentenne – e Giovanni Gualdoni. Furono tutti e quattro fucilati alla caserma della Guardia Nazionale Repubblicana di via Vincenzo Monti a Milano.
L’affittuario della cascina, Giuseppe Villa, colpevole di aver dato asilo ai partigiani, vide deportata a Ravensbruck la moglie Vittorina e imprigionate a S.Vittore le figlie Giulia e Mariucci.
L’episodio della Cascina Leopoldina è ancora molto sentito a Cuggiono, con una commemorazione annuale, con l’organizzazione di una “biciclettata partigiana” dal Castanese. Un legame che fa sì che anche a Sant’Antonino di Lonate l’orazione ufficiale sarà cura di un delegato dell’Anpi di Cuggiono.
La commemorazione si tiene in piazza don Manfrin, di fianco alla pietra d’inciampo che da pochi mesi ricorda Annunciato Crivelli, deportato e morto a Mauthausen. Il suo nome e quelli del cugini Giassi sono ricordati insieme al cimitero di Sant’Antonino.
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