È stato l’elicottero giallo e rosso da soccorso, uguale a quello che pilotava, a salutare per l’ultima volta Paolo dal Pozzo, il pilota morto all’aeroporto di L’Aquila non tragico incidente, travolto da un’autocisterna sul piazzale dello scalo abruzzese.

Le esequie si sono tenute nella chiesa di Sant’Anastasio, parrocchia centrale di Cardano al Campo, la cittadina vicino a Malpensa dove risiedeva con la famiglia.

«Ci sentiamo profondamente turbati, un turbamento dal giorno in cui abbiamo saputo della morte davvero tragica del nostro fratello Paolo» ha detto il parroco don Aldo Mascheroni. «Un turbamento che ci pone di fronte al mistero della vita, ci fa chiedere: perché?»

Una mancanza che pesa sulle vite di tanti ma che ha spinto anche tanti ad esprimere l’affetto verso la moglie, i due figli, gli altri famigliari. «E dentro a questo tunnel, avvolti dalle tenebre, ci accorgiamo di avere uno spiraglio di luce, la fede. La morte non è un salto nel buio, è un tornare alle radici della nostra vita», e Paolo «continuerà a vegliare dall’alto sulla sua famiglia».

«I piloti non muoiono mai ma volano più alti nel cielo: da lì veglia su tua moglie e i tuoi figli, caro Paolo» ha detto il sacerdote, con la voce per un momento rotta dall’emozione

Un collega della Marina Militare (che ha formato Dal Pozzo come pilota elicotterista e sotto la cui bandiera ha servito) ha declamato la preghiera del marinaio, scritta da Antonio Fogazzaro , seguita dal silenzio fuori ordinanza.

Poi all’esterno l’omaggio dei colleghi con il suo volo da parte di un elicottero Aw139, che per due volte ha attraversato il cielo sopra la piccola piazza nel paese.