“Altro che Silvio Berlusconi, ben altri sono i problemi di Malpensa”
Nella querelle sull'intiolazione dell'aeroporto, l'Unione Comitati Malpensa parla di "teatrino politico che deve essere sostituito da un nuovo approccio partecipato e condiviso" ai problemi del territorio
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Uni-Co.Mal, Unione dei Comitati di Malpensa, sulla dibattuta intitolazione dell’aeroporto milanese a Silvio Berlusconi
“UN NOME PER MALPENSA”: SOLO FORMA E POCA SOSTANZA
In un passato recente uno degli slogan ricorrenti della Lega era “Padroni a casa nostra”; uno slogan che in questo caso si rivela pienamente azzeccato, perché le 130.000 firme contro la titolazione a Silvio Berlusconi dell’aeroporto di Malpensa che sono state raccolte in pochi giorni non sono state minimamente prese in considerazione, come non lo sono state le proposte alternative da parte delle istituzioni in rappresentanza dei cittadini. Secondo Uni.Co.Mal.,il nocciolo della questione non è tanto a chi viene attualmente intitolato l’aeroporto, anche se ci sarebbero nominativi di personalità illustri dell’ambito storico-aeronautico e certamente rappresentativi del territorio, i quali certamente avrebbero rappresentato in maniera ben più adeguata e dignitosa un aeroporto internazionale quale vorrebbe essere Malpensa.
Il nodo focale è che, mentre ci si preoccupa di dedicare l’aeroporto a Silvio Berlusconi, questo scalo continua a presentare problematiche sempre denunciate ma mai risolte. Prima tra tutte è quella che riguarda l’applicazione del decreto ministeriale VIA, il quale ha bocciato l’ampliamento fuori dal sedime aeroportuale tramite l’approvazione del Masterplan 2035. Non dimentichiamo inoltre le tredici prescrizioni a cui il gestore SEA è tenuto a tenere conto per qualunque intervento voglia realizzare. Di fondamentale importanza risulta poi la questione occupazionale, soprattutto nel settore cargo, per quanto riguarda i diritti e la qualità del lavoro, nonché del salario, degli addetti aeroportuali. Altra grave criticità riguarda la tutela della salute dei residenti attorno a Malpensa con richiesta di una nuova indagine epidemiologica.
Non dimentichiamo poi l’aspetto ambientale, dove la presenza di un aeroporto all’interno del Parco del Ticino vede da decenni le mire espansionistiche del gestore SEA su aree di pregio naturalistiche con un patrimonio di biodiversità unico nel suo genere. Citiamo inoltre la questione della sperimentazione delle nuove rotte: dopo 25 anni non è stato risolto nessun problema, perché le rotte vengono di volta in volta spostate su altri nuclei abitativi, provocando solo un disagio destinato ad aumentare inesorabilmente nel tempo, se sono corrette le previsioni di incremento di movimenti aerei contenute nel Masterplan.
Infine c’è il tema della sicurezza aerea con l’ultimo atterraggio di emergenza che ha creato non pochi problemi alla popolazione piemontese, primo tra tutti lo sversamento del carburante su terreni agricoli e centri abitati. Questo parziale elenco mette in luce come un ministro delle infrastrutture, nonché leader di un partito di governo, guardi solo alla forma e poco alla sostanza e alla molteplicità di questioni da risolvere.
Ci si sarebbe aspettati un confronto serio sui numerosi e gravi problemi, invece di proporre di intitolare l’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Ma che dire delle dichiarazioni di alcuni sindaci contrari a questa operazione, come Sala del Comune di Milano, che, essendo il maggior azionista di Sea, ha sempre incassato i dividendi azionari senza mai compensare i disagi ambientali subiti dalle popolazioni residenti, o il sindaco di Somma Lombardo, che firma protocolli che devastano ulteriormente il territorio con infrastrutture viarie senza considerare il consumo di suolo, bene ormai raro in questi territori, e promotore della sperimentazione delle nuove rotte che non rispettano le esigenze di molti cittadini del suo stesso Comune?
Uni.Co.Mal., ritiene che questo avvilente teatrino politico debba essere sostituito da un nuovo approccio partecipato e condiviso con le varie parti sociali, le associazioni e la popolazione, per trovare soluzioni idonee e concrete che possano garantire una qualità migliore dell’ambiente, della salute, del lavoro e una maggiore coesione sociale, invece di essere coinvolti in una campagna elettorale permanente fatta di tante promesse e pochi fatti, cui noi cittadini assistiamo ormai da decenni.
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