Arriva la bocciatura definitiva dei murales davanti al Gadda Rosselli
L’istituto Aloisianum aveva presentato un progetto per garantire il mantenimento del murales realizzati 5 anni fa con il coinvolgimento di ragazzi e ragazze, ma non è stato ritenuto valido perché incide su un muro che è “ documento storico che contribuisce alla sedimentazione della memoria collettiva”
Non ci sono margini per “salvare” i murales del Gadda-Rosselli in via De Albertis, che già nella primavera scorsa erano stati bocciati dalla Commissione Paesaggio del Comune di Gallarate: un “caso” che aveva creato molto dibattito e suscitato anche le proteste dei ragazzi della scuola.
La risposta definitiva è arrivata il 22 luglio scorso, nel corso della seduta della commissione comunale, a seguito della proposta presentata il 10 luglio precedente, con il nome “Un muro… da vivere”, ”Progetto di decorazione del muro di cinta a ovest dell’Istituto Aloisianum, in Via De Albertis a Gallarate”.
Proposta presentata formalmente dall’Aloisianum, la casa dei gesuiti che è proprietaria del muro di cinta su cui campeggiano i murales e che si era fatto carico di portare avanti la proposta della scuola.
Perché la Commissione dice di no?
La proposta – si legge nel verbale – “non appare accettabile perché contraddittoria con l’obiettivo primario che dovrebbe essere quello di riconoscere il muro come elemento di valore in sé. Ipotizzare installazioni permanenti che da un lato altererebbero il Genius Loci di questo brano di città, dall’altro tenderebbero a ‘far sparire e rendere trasparente il muro’ non si ritengono compatibili”.
Il lungo muro che abbraccia via De Albertis e via Covetta – parte del complesso edificato negli anni Trenta – “è da intendersi come un documento storico che contribuisce alla sedimentazione della memoria collettiva: come tutte le tracce del passato, offre una finestra sulle nostre radici, aiutandoci a preservare la nostra eredità culturale e a comprendere meglio il nostro presente. Le tracce della storia che ancora si possono riconoscere nella nostra città, sono preziose risorse educative”, conclude il verbale.
Un passaggio è stato citato anche in una comunicazione in consiglio comunale. Sonia Serati (PiùGallarate) ha accostato la vicenda alle forme di disagio giovanile che si vedono in centro, riflettendo sul fatto che “un’attività educativa ed espressiva dei giovani non piace”.
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